Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un gigantesco fiume rosa

Fonte: L'Unione Sarda
12 marzo 2018

I soldi raccolti finanzieranno progetti benefici. Partecipano una neonata e una 95enne

 

 

A Cagliari la corsa di 7.300 donne e una grande festa solidale 

 

 

Nuvole di polvere (biodegradabile) rosa, rosa l'asfalto del Largo e il lastricato di via Manno, rosa capelli, mani e facce delle donne e, per un giorno, pure degli uomini. Al centro della scena, però, ci sono loro: le donne. Donne che corrono veloci, come le circa 300 atlete che si sono sfidate sulla misura dei 10 chilometri, completando per due volte il percorso realizzato nel centro di Cagliari. Ma anche donne che corricchiano, camminano a passo più o meno sostenuto, spingono passeggini o si muovono su sedie a rotelle: è lo spirito della manifestazione “open”, cui hanno preso parte 7.000 donne di tutte le età (tra le iscritte c'erano Lara Picca, nata lo scorso 18 gennaio, che ha partecipato insieme a mamma Marzia, e Maria Bartola Carta, 95 anni portati con brio). Altrettanto vasta la gamma delle provenienze: alla SoloWomenRun, ieri, c'erano corritrici da ogni angolo di Sardegna, ma ne sono arrivate da Agrigento, Monza, Trieste, Trento, Torino, e una dal Cile. Tutte qui per dire no a discriminazioni, pregiudizi, violenze di genere.
CLIMA GIOIOSO «Partecipo spesso alle corse “open”», sorrideva Ilenia Fulgheri, di Assemini, nel rimbombo della festa che ieri mattina animava il largo Carlo Felice, con i potenti impianti audio che sparavano a tutto volume la musica selezionata dai dj di Radiolina e, davanti al palco, un gioioso e pacifico tripudio di danze, trenini, selfie: «Qui - ha aggiunto - è speciale: saranno queste nuvole di polvere rosa o il clima gioioso, sarà che vedere tante donne tutte unite fa bene all'anima».
«UNITE» Per poter indossare le magliette ufficiali rosa e nere della corsa, nei mesi e nelle settimane scorse le donne si sono iscritte in massa, segnando il nuovo balzo in avanti di una manifestazione che nel 2015, alla prima edizione sarda, era partita con 1.500 presenze. Soddisfattissimi gli organizzatori, 42K e Apd Miramar. Raggianti gli assessori comunali Yuri Marcialis e Claudia Medda. Anna Mameli, da Assemini, partecipa dal 2016: «Sempre insieme a mia figlia», dice, indicando la piccola Emma. «Mi piacciono l'obiettivo della beneficenza e il clima di festa. Il messaggio è: stare tutte unite per fare qualcosa di utile e positivo».
APPARTENENZA Manuela e Lilly («no, i cognomi no») sono di Cagliari. «Abbiamo passeggiato», ammette la prima: «Correre, magari, l'anno prossimo». «Mi ha spinto il senso di appartenenza», aggiunge la seconda: «Dopo gli ultimi, tragici, fatti di cronaca mi sono detta: voglio esserci anche io ». Per Manuela è stato decisivo «sapere che i soldi che abbiamo versato per la partecipazione andranno a finanziare progetti di integrazione per le donne, in particolare vittime di violenza».
ASSOCIAZIONI Dalle quote di iscrizione versate saranno finanziati i progetti benefici delle associazioni che si contendono il Charity Goal. “Abbracciamo un sogno”, di cui fanno parte «persone che hanno vissuto, o personalmente o in famiglia, l'esperienza di un tumore», ha portato a Cagliari 1.600 partecipanti. Fra queste, Elisabetta Sanna e Lorena Pranteddu, di Ghilarza, e Chiara Dessì di Abbasanta: «Emozionante trovarsi in mezzo a persone che hanno sofferto e, nonostante questo, avevano voglia di esserci, partecipare, condividere», hanno spiegato. Tra le altre associazioni mobilitate: “Peter de Luna” (750 partecipanti), “Passu passu” (646), “Karalis PinkTeam-Fondazione Taccia” (550) e “Idea onlus” (425). Una commissione etica individuerà i tre progetti cui devolvere 9.000 euro: al primo andrà il 50 per cento, al secondo il 30, al terzo il 20.
FOLLA Imponente l'impatto per la città, con divieti di transito e sosta lungo tutto il percorso (largo Carlo Felice, via Roma, viale Diaz, via Dante, piazza San Benedetto, via Paoli, piazza Garibaldi, via Garibaldi, piazza Costituzione, via Manno, per rientrare nel Largo) e nelle vie limitrofe (fra le vittime anche don Vincenzo Fois, che lamenta di non essere riuscito a raggiungere la sua chiesa, Sant'Agostino, tra il Largo e via Baylle, e non aver potuto celebrare la messa delle 11) e deviazioni alle linee degli autobus. Nel Corso, gli stand con i punti ristoro e i gadget sono stati presi d'assalto. Frequentati anche bar e ristoranti.
«Un'esperienza bellissima, unica e ripetibile. Anzi: ripetibilissima», ha concluso Elisabetta Sanna.
Marco Noce