Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pochi affari in attesa dell'arrivo dei saldi»

Fonte: L'Unione Sarda
24 giugno 2009

I commercianti del centro storico chiedono maggiori stimoli da parte dell'amministrazione Floris 



L'attesa è tiepida, perché se è vero che «ormai i saldi rappresentano una voce importantissima del fatturato annuale», come ripetono tutti i negozianti del serpente commerciale di via Alghero-Garibaldi-Manno, in tanti aspettano una stagione di saldi condizionata dalla crisi.
Partenza ufficiale tra due settimane, primi sconti già in questi giorni: «La clientela è poca, molti di noi non si lasciano scappare l'occasione. E se un abito piace, c'è un vero interesse, allora si abbassa il prezzo», spiega Franco Fozzi, presidente del consorzio Insieme.
Testimone, con i colleghi, di una quaresima commerciale in cui molti preferiscono astenersi dagli acquisti: «Ora tutti controllano i capi, guardano i cartellini e i prezzi in attesa dell'inizio dei saldi. È il momento in cui si fanno le scelte, le compere verranno dopo. Ma è cambiata la filosofia della spesa: se prima i saldi rappresentavano l'acquisto in più, ora si cerca di rinnovare il guardaroba in queste occasioni. E la crisi influisce soprattutto sulla fascia media».
SHOPPING Chi sta meglio invece, preferisce prendere un aereo. Roma, Milano, Firenze. Anche Londra. Shopping in trasferta. «Negli ultimi anni è maturata la moda, soprattutto tra i benestanti, di andare a fare acquisti in altre città. Ma è un'illusione: a Cagliari i prezzi sono più bassi», racconta Vincenzo Autiero nel suo negozio di via Alghero. Chi non si aspetta un boom di vendite è Antonio Sini, in via Garibaldi: «Ci sono pochi soldi in giro, è ovvio che i clienti privilegino altre spese. E la gente non è nemmeno invogliata a uscire. Servirebbe un aiuto da parte dell'amministrazione: l'asfalto in via Garibaldi non è il massimo. E poi andrebbe creata una passeggiata, con tavolini per strada».
La crisi? Non è iniziata oggi, ma dieci anni fa: «Dagli anni '90 abbiamo perso tra il 30 e il 50 per cento del fatturato». E allora chi sta dietro un bancone cerca mille soluzioni: «A parte i negozianti storici, quelli che hanno un nome, molti si riforniscono a prezzi scontati nei grandi mercati di Bologna o in Campania. E riescono a pagare un capo d'abbigliamento, spesso lo stesso che gli altri acquistano a inizio stagione, scontato del 50 per cento. I saldi prima servivano per liberarsi delle rimanenze, ora si fa un assortimento ad hoc» per quando le vendite aumentano e si cerca di pagare meno gli abiti all'ingrosso. ( m. r. )

24/06/2009