Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Becchi famelici sulla laguna

Fonte: L'Unione Sarda
28 dicembre 2017

SANTA GILLA. I pescatori: «Annata amara anche per i granchi, ci salvano le arselle»

 

 

Quintali di cefali, anguille e sogliole divorati dai cormorani 

 

 

Sono cresciuti di numero e la loro voracità si sta facendo sentire nelle acque della laguna di Santa Gilla. Per i pescatori del Consorzio ittico che ogni giorno gettano le reti per catturare un bel po' di pesce, qualche cefalo, saraghi e orate, mormore o spigole, i cormorani sono veri e propri antagonisti. E così le “giapponesi” vengono sempre più spesso issate a bordo semivuote.
I FONDI È pur vero che dalla Regione ricevono i fondi per risarcire i danni subiti, al pari degli stagni dell'Oristanese o di Tortolì, ma sono finanziamenti sempre più avari che non ripagano delle perdite. Quintali di pesce pregiato finiscono quotidianamente nei becchi delle ombre nere , come i pescatori sardi hanno ribattezzato i Phalacrocorax carbo, i cormorani che ogni anno, da ottobre a marzo, si trasferiscono in massa in Sardegna lasciando i luoghi di nidificazione del Nord Europa. Migrazione e predazione dove il cibo non manca: mezzo chilo a testa al giorno, secondo i biologi. Ma questi numeri e quel peso fanno scuotere la testa ai pescatori, convinti che nello stomaco del cormorano finisca una quantità maggiore di cefali, anguille e sogliole.
L'EMERGENZA «Non stiamo pescando, questa è la verità. E non solo per colpa dei cormorani», avverte il presidente del Consorzio ittico Santa Gilla, Emanuele Orsatti. «Proprio l'altra mattina un gruppo di nostri soci che pratica la pesca vagantiva ha consegnato sessanta euro di pesce. Un guadagno da fame. Tra l'altro quest'anno non si sta riuscendo a catturare neppure i granchi, sempre presenti in abbondanza in questa laguna tanto da garantire almeno settecento chili giornalieri ai pescatori. Oggi non se ne vedono. Ci stanno salvando le arselle: anche l'anno scorso ci hanno permesso di raggiungere un fatturato di due milioni e mezzo di euro che contiamo di ripetere e magari superare nel prossimo bilancio».
I PROBLEMI Santa Gilla, insomma, sembra più luogo di pesca ideale per la folta “colonia” di cormorani che per i pescatori. Da queste parti nessuno invoca le doppiette per allontanare il “nemico alato”. Forse anche per quella differenza di perdite tra gli stagni dell'Oristanese e la laguna cagliaritana, meno esposta, per la sua stessa conformazione ed estensione, alle incursioni dei volatili. «Per la pesca è un inverno difficile», ribadisce Orsatti. «Abbiamo visto parecchie spigole di grossa taglia, le più difficili da catturare con le reti. Ebbene, ci siamo accorti che si stanno cibando di cannolicchi come le orate: sono affamate e non trovando prede a disposizione divorano i molluschi che noi non possiamo raccogliere ancora perché troppo piccoli. Non riusciamo a spiegarci la diminuzione dei granchi che in questo periodo, e soprattutto nelle scorse settimane, dovrebbero essere, come sempre è stato, abbondanti e carichi di uova». Come conferma Giuseppe Lussu che lavora sulle sponde settentrionali della laguna, a Giliacquas. «Purtroppo - racconta - stiamo pescando anche pochissimi ghiozzi, per non parlare delle anguille».
Andrea Piras