Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rigassificatore, ecco il piano: «Zero rischi, porterà sviluppo»

Fonte: L'Unione Sarda
28 dicembre 2017

Isgas vuole realizzare il deposito di Gnl vicino al porto canale di Cagliari

 

 

Ora abbondano i cespugli e i cani randagi. Ma presto, a un palmo dal villaggio dei pescatori di Giorgino, ci sarà il rigassificatore che promette di dare il metano a buona parte della Sardegna e di tappare la voragine dei 430 milioni all'anno (stime della Regione) di costi in più sostenuti da imprese e famiglie a causa della mancanza di gas naturale nell'Isola. «Prevediamo di mettere in rete il metano entro il primo semestre del 2020», assicura Giuseppe Deroma, amministratore delegato della Isgas. La società, che distribuisce aria propanata nelle case di 22mila sardi, vorrebbe realizzare uno stabilimento in cui stoccare il Gnl (gas naturale allo stato liquido) e distribuirlo attraverso la dorsale che costruirà la Snam.
IL PROGETTO Al fianco dell'azienda sarda ci sarà una multinazionale: il nome per ora è segreto ma nelle prossime settimane, «non appena saremo vicini all'autorizzazione definitiva», spiega Deroma, l'identità verrà svelata. Di sicuro sarà questo colosso del settore energetico a dare garanzie sui due aspetti più delicati dell'operazione: la capacità di fornitura del gas e il trasporto. L'investimento economico, di circa 78 milioni di euro, è quasi un aspetto secondario del progetto, su cui però non mancano le perplessità. Sul rigassificatore si sono espressi con preoccupazione gli abitanti del Villaggio dei pescatori e alcune associazioni ambientaliste, oltre ai vicini del gruppo Grendi e al sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Il rigassificatore dovrebbe sorgere a 400 metri dalle case di Giorgino su un'area del Demanio che la Isgas vuole ottenere in concessione. Posizione strategica: a poche centinaia di metri c'è il molo del porto canale dove attraccheranno le navi metaniere. E con poco sforzo lo stabilimento potrebbe essere raccordato alla rete gas esistente.
LA SICUREZZA «La possibilità di incidenti è vicina allo zero. E una qualsiasi rottura accidentale dei serbatoi o dei tubi non può avere effetti all'esterno del perimetro del rigassificatore», spiega Giuseppe Delitala, ingegnere della società Cosin, a cui la Isgas ha affidato la progettazione. Le probabilità di esplosione o incendio, giura, sono quasi inesistenti: «Il Gnl allo stato liquido non è infiammabile. Per assurdo, se buttassimo della dinamite dentro un deposito, non succederebbe nulla, a parte lo scoppio del candelotto. Per bruciare il metano liquido deve essere miscelato con l'aria, con percentuali ben definite: tra il 5 e il 15 per cento. Quindi in caso di fuga di gas, il raggio di infiammabilità è ristretto a 40 metri, perché poi le proporzioni di miscelazione con l'aria lo renderebbero innocuo», dice Delitala.
I SERBATOI Gli incidenti sono «estremamente improbabili», tanto che negli ultimi dieci anni non se ne sono verificati in tutto il mondo. E il futuro impianto di Cagliari sarà molto più piccolo di quelli sparsi in giro per l'Europa. I 18 serbatoi criogenici (dove il metano liquido avrà una temperatura di meno 160 gradi) saranno realizzati con una doppia camicia d'acciaio spesso 3,5 centimetri. In mezzo, un “cuscinetto” sottovuoto controllato da sensori: in caso di una rottura interna, scatterebbe l'allarme. Ogni deposito potrà contenere fino a 1200 metri cubi di metano, ma non verrà riempito oltre l'80 per cento, e sarà alto circa 6 metri. Oltre ai silos ci sarà anche un impianto di vaporizzazione: un circuito di serpentine alto 10 metri, che porterà a temperatura ambiente il gas, prima dell'immissione nella rete di distribuzione. È prevista poi una torre-torcia. «Ma non ci sarà una fiamma continua come nelle raffinerie o in altri stabilimenti. Brucerà solo se ci fosse un'emergenza. Dunque, si spera, in pochissime occasioni», chiarisce Delitala, che aggiunge: «Comunque non saremo noi a valutare la pericolosità dell'impianto, ma ci sarà una analisi oggettiva, basata su dati matematici». Tutto è in mano al Comitato tecnico regionale, che riceverà il parere fondamentale dei Vigili del fuoco (oltre a quelli di Assl e Capitaneria di porto). I tempi? «Speriamo che la procedura legata all'analisi del rischio si concluda nei prossimi mesi», dice il progettista.
LE NAVI Un altro aspetto su cui è alta l'attenzione di ambientalisti, abitanti e imprese di Giorgino, è quello dell'approvvigionamento dei serbatoi. Un tubo sotterraneo - anche questo con un doppio strato d'acciaio - collegherà l'impianto al molo Grendi del porto canale, dove approderanno le metaniere. «Non si tratta di giganti del mare. Per soddisfare i consumi dell'Isola saranno sufficienti navi in grado di trasportare 15mila metri cubi alla volta, decisamente più piccole delle portacontainer che attraccano nello scalo», conclude Delitala, «e arriveranno una volta al mese, probabilmente di notte: non ci sarà nessun assedio al porto industriale e alla rada di Giorgino».
Michele Ruffi

 

«Risparmio del 35% per le famiglie»

 

 

Il metano arriverà dall'Algeria, ma questa volta il Galsi - il gasdotto che avrebbe dovuto collegare l'Isola al nord Africa e all'Italia - non c'entra. Le navi cariche di Gnl partiranno da Skikda, dove il gas viene estratto e portato allo stato liquido prima di essere caricato sulle metaniere. Le prime potrebbero arrivare a metà 2020. Una piccola rivoluzione per la Sardegna che, assicura Giuseppe Deroma (amministratore delegato della Isgas), avrà solo effetti positivi per le famiglie: «Tutti gli impianti, dalle caldaie alle semplici cucine che ora utilizzano l'aria propanata, non avranno bisogno di manutenzioni o interventi di adattamento al metano».
Il prezzo però sarà più basso rispetto al gas distribuito ora nelle reti della Sardegna. Se una famiglia ora spende in media 813 euro all'anno per la bolletta dell'aria propanata, ne spenderà 600 con il metano. «Un risparmio del 35 per cento, che supera ampiamente il 40 per cento se facciamo il confronto con il gpl in bombola».
Regione e Governo, con il Patto per la Sardegna, hanno garantito che gli eventuali squilibri di prezzo dovuti al mercato ristretto saranno controbilanciati. Le prospettive poi sono quelle di una diminuzione delle tariffe: «Il nostro partner ha la capacità di garantire il controllo del prezzo del metano per i prossimi dieci anni. Dopo, il mercato sardo potrebbe essere ancora più appetibile grazie allo sviluppo portato proprio dal metano: ecco perché le tariffe potrebbero essere ritoccate al ribasso e non al rialzo». (m. r.)