Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Indigenti in fila per le domande, uffici presi d'assalto

Fonte: L'Unione Sarda
11 dicembre 2017

L'assessora ai Servizi sociali di Carbonia lancia l'allarme: siamo sempre in trincea Indigenti in fila per le domande, uffici presi d'assalto

Non è stata una partenza facile per il Rei, il reddito di inclusione istituito dal Governo e riservato alle persone in condizione di povertà, entrato in vigore il primo dicembre.
Gli uffici dei Servizi sociali dei Comuni, che devono fare i conti con un organico insufficiente, sono stati presi d'assalto da tanti sardi, ed è stato subito caos. «Siamo in trincea», denuncia Loredana La Barbera, assessore ai Servizi sociali di Carbonia. I Servizi sociali hanno già un bel da fare per dare risposte ogni giorno ai problemi di persone che vivono in stato di indigenza, ma anche anziani, malati e famiglie. «Per ognuna di queste situazioni dobbiamo preparare relazioni che richiedono tempo e attente riflessioni», dice l'assessore.
Ora, col Rei, il nuovo carico di lavoro. «I nostri uffici sono stati presi d'assalto fin dal primo giorno utile dalle famiglie bisognose, che a malapena riusciamo a contenere».
Sotto accusa anche la pubblicità scelta dal Governo: «Trae in inganno in quanto il Rei ha vincoli molto stringenti e non chiarisce che tanti non possono goderne pur avendo un reddito certificato Isee sotto i 6000 euro», dice. Risultato: «Il cittadino esasperato individua negli operatori sociali i responsabili di questa situazione che invece noi stessi stiamo subendo», dice l'assessore.
Ad appesantire il carico degli uffici c'è inoltre una circolare dell'Inps che obbliga i Comuni a comunicare per ogni richiedente il casellario dell'assistenza, ovvero quel documento in cui sono riportati per ogni persona i sussidi ricevuti negli ultimi tre anni. «Si tratta di indicare contributi, indennità e altro, che speriamo non si traduca in un lavoro immane per i servizi sociali degli enti locali», sottolinea Ferdinando Secchi, assessore ai Servizi sociali del Comune di Cagliari. «Il Rei è una buona misura», dice Caterina Cocco, della segreteria regionale della Cgil, «da solo, però, non risolverà il problema della povertà. Soltanto dentro un sistema di politiche per il lavoro, può dare risultati». (ma. mad.)