Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rigassificatore, mille dicono no Consegnate al sindaco Zedda le firme raccolte dal comitato

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2017

VIA ROMA.

Sit in contro la realizzazione dell'impianto nel Porto Canale: «Troppi pericoli»

Rigassificatore, mille dicono no Consegnate al sindaco Zedda le firme raccolte dal comitato

Non hanno nessuna intenzione di arrendersi e quella di ieri sembra una tappa intermedia della protesta contro il rigassificatore nel Porto Canale. «Se non ci daranno ascolto, quando arriveranno le ruspe ci troveranno ad aspettarli dentro le tende». Benché il piano B con tanto di accampamento con vista container sia già pronto, le decine di manifestanti che ieri si sono ritrovate davanti al Municipio sperano di non dover arrivare a tanto. Martina Dotta ha 46 anni e vive nell'antico villaggio pescatori di Giorgino «a settanta metri dal punto in cui dovrebbe sorgere l'impianto». Inutile ricordare le cifre prodotte due mesi fa dai vertici di Is Gas (la società candidata alla realizzazione del progetto) sul rischio di incidenti «molto vicino allo zero».
NESSUNA FIDUCIA «Se c'è anche solo una possibilità che si verifichi un incidente credo sia necessario fermarsi» assicura mentre sistema la maschera bianca che completa la tenuta da indossare in caso di disastro ambientale. «Siamo qui oggi per sapere cosa ne pensa il sindaco Massimo Zedda perché in questi mesi non ci ha ancora fatto sapere nulla». In effetti pochi minuti dopo il primo cittadino riceve una delegazione del comitato per prendere in consegna le mille firme raccolte dai manifestanti alo scopo di fermare la realizzazione dell'impianto.
LA PROMESSA «Prendiamo atto dell'impegno dell'amministrazione. Dobbiamo constatare l'assenza di informazione e comunicazione: il sindaco ci ha riferito che il progetto è cambiato nel tempo e che ha necessità di acquisire notizie prima di darci una risposta. Aspettiamo di saperne di più» spiega Marco Mameli, anima del comitato.
Davanti al cancello di Palazzo Bacaredda Angelo Cremone al megafono elenca le ragioni del no ed estende il problema a tutta l'area metropolitana: «Ci sono degli studi fatti negli Stati Uniti per alcuni impianti di portata inferiore a quello che vogliono installare a Cagliari e il rischio di esplosione o incendio è concreto. Vogliono farci credere che non sia così per tutelare gli interessi di alcuni privati». Le parole scandite a ritmo serrato suscitano l'applauso dei presenti. Tra loro, Chiara Serra, dipendente Asl: «Non vivo nell'area più vicina al Porto Canale e neppure importa perché non solo tutta la città, ma tutta la Sardegna verrebbe danneggiata. Dovrebbero costruire acquedotti e non impianti inquinanti e pericolosi», sentenzia prima di dirigersi verso il Consiglio regionale. Il corteo non è stato autorizzato per questioni tecniche. E così l'invito quasi sottovoce di Marco Mameli è: «Andiamo alla spicciolata, muoviamoci in maniera educata come siamo soliti fare