Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gli ecologisti: danni alla vegetazione e al fondo in calcare «Troppe mountain bike sulla Sella del D

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2017

Gli ecologisti: danni alla vegetazione e al fondo in calcare «Troppe mountain bike
sulla Sella del Diavolo»

Sulla Sella del Diavolo salgono «troppi ciclisti in mountain bike, spesso poco attenti agli escursionisti a piedi e, soprattutto, incuranti dei danni al fondo naturale in calcare e alla vegetazione: purtroppo sono frequenti i tagli alla macchia mediterranea per aprire nuovi percorsi». Eppure «addirittura sono state patrocinate dal Comune manifestazioni sportive con percorsi» sui quali sono transitate «centinaia di mountain bike». Tutto ciò rende inevitabile «una non più procrastinabile regolamentazione» di questa «notevole fruizione pubblica da parte di tanti escursionisti più o meno attenti ai valori naturalistici dell'area».
È quanto sostenuto dalle associazioni ecologiste “Gruppo d'intervento giuridico” e “Amici della terra”, che spiegano di essere state «quelle che, ormai una quindicina di anni fa, con la realizzazione del sentiero naturalistico ed archeologico hanno promosso la riscoperta e la fruizione pubblica» del promontorio «tra i più rilevanti gioielli naturalistici e storico-culturali del Mediterraneo». Iniziativa presa allora «anche per evitare opere pubbliche tanto dispendiose quanto assurde in un contesto ambientale e paesaggistico così delicato e già a rischio idrogeologico». La Sella del Diavolo, «demanio militare, è tutelata con vincolo paesaggistico e in parte con vincolo idrogeologico. Sono presenti due siti di importanza comunitaria Torre del Poetto e Monte Sant'Elia, Cala Mosca e Cala Fighera, ed è prevista come riserva naturale regionale Capo Sant'Elia. Il piano regionale di gestione del febbraio 2011 prevede, quali prescrizioni e indirizzi specifici, il divieto di apertura di nuovi sentieri e il mantenimento di quelli esistenti solo per una loro percorribilità pedonale».
Per questo le due associazioni spiegano di aver chiesto, ieri, a Comune, Governo, Regione e Corpo forestale le «opportune misure di salvaguardia e difesa delle condizioni naturalistiche della Sella del Diavolo, fra cui la limitazione dell'accessibilità con mountain bike». È «un'area di grandissima importanza naturalistica, non un circuito ciclistico», e non «c'è bisogno di nuovi sperperi di denaro pubblico per iniziative improbabili». Basterebbero «un po' di buon senso e vigilanza». Infine, «una considerazione: davanti a tali casi di assenza di gestione appare singolare proporre e insistere per un parco - minestrone con Molentargius, Saline, Santa Gilla e Sella del Diavolo: l'ennesimo carrozzone».