Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Non si campa di soli mercatini Gli ambulanti storici di Sant'Elia: «Non è più come una volta»

Fonte: L'Unione Sarda
27 novembre 2017

Il tour tra le piazze di esposizione storiche e i nuovi bazar di viale Trieste e via Simeto

Non si campa di soli mercatini Gli ambulanti storici di Sant'Elia: «Non è più come una volta» 

Sono lo specchio della crisi che viviamo, poveri mercatini della domenica all'aperto. Se un tempo erano i collezionisti e gli antiquari a mettere in mostra i loro oggetti, ora chiunque raccatti qualcosa, pentole e scarpe usate, vecchi lavandini o ricambi d'auto, la vende per farsi qualche soldo. «Lo facciamo per sopravvivere».
VIA SIMETO-VIALE TRIESTE Mariano Vinchesi, di San Sperate, è uno di loro, con bancarella in via Simeto. «Qui si viene sempre con un punto interrogativo: oggi è andata male, siamo a fine mese e la gente non ha soldi», spiega mentre ritira una macchina per scrivere, dischi in vinile, un compasso e piccoli souvenir rimasti invenduti. È l'arte dell'arrangiarsi che tiene in piedi il bazar tra via Simeto e via Po, dove ci sono rom che vendono assieme a un venditore di galline e tanti altri di abbigliamento. La roba sulla strada, anche sulla rotonda. Roba vecchia, ma c'è chi compra.
Tra viale Trieste e viale Trento c'è il mercatone che ormai raggiunge via Nazario Sauro. Qui convivono tutti, venditori di frutta e verdura, anche ieri presi d'assalto, extracomunitari, ben integrati e contenti di rimpiazzare i loro capi per 50 centesimi e qualche hobbista. Come Pierpaolo Lampis che con le sue mani d'oro dà vita a cassapanche in miniatura, comodini antichi, porta riviste. «Sono mie riproduzioni realizzate recuperando il vecchio legno da porte e finestre: mi accontento di 600 euro al mese ma con una famiglia non l'avrei potuto fare». Anche Biagio Festa è qui per passione e far conoscere i suoi quadri, come quel dipinto con le rocce di Arbatax che piace tanto ma nessuno compra. «Non si fanno affari, qui soldi non ne girano». Molto apprezzato lo stand di hobbistica militare, quanto quello dell'abbigliamento, che grida al risparmio.
PIAZZE STORICHE Da sempre gode di ottima fama il mercatino di Sant'Elia: ogni domenica pesce fresco, come quello del “vecchio” pescatore Silvano Portoghese, e altre bontà. «Ma non è più come prima», si lamenta Antonello Farci. Dietro la bancarella di frutta e verdura punta il dito contro la “concorrenza” di via Simeto e viale Trieste: «Un tempo qui, al Lazzaretto, c'era il mondo». Restano i clienti fedeli, come Annamaria Farci: «Da 31 anni, ogni domenica immancabilmente». O Pietro Ruggiu, pensionato dell'Aeronautica: «Sempre qui per frutta e verdura».
SAINT REMY Poca gente al Bastione, complice il maestrale: «Aspettiamo il Natale», spiega Pierpaolo Manca, fondatore del Comitato ViviCastello che raduna 25 espositori tra artigiani, collezionisti, pittori e ceramisti. In piazza Del Carmine, altrettanto rinomata, Gianni Cabras, che 20 anni fa ha perso il lavoro, ora ricrea i giochi antichi in canne. «Ma non si campa».
Carla Raggio