Rassegna Stampa

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Via libera alla doppia preferenza, le reazioni: “Bella giornata per la politica”

Fonte: web sardiniapost.it
22 novembre 2017

Via libera alla doppia preferenza, le reazioni: “Bella giornata per la politica”

Il Consiglio regionale ha approvato la norma stralcio sulla doppia preferenza di genere: le reazioni dal mondo politico. Per il segretario regionale del Pd Giuseppe Luigi Cucca “l’approvazione della doppia preferenza di genere è un risultato importante che conferma la vocazione riformista di questa legislatura. Una dimostrazione di unità della maggioranza di centrosinistra e del Partito Democratico che ha contribuito in modo determinante al passaggio di una norma storica per la Sardegna e per le sue istituzioni. Con il voto di oggi si è posto rimedio a un grave vulnus ed è stata restituita dignità alla nostra democrazia. È anche un risultato che ci pone avanti nel contesto nazionale, essendo tra le poche regioni d’Italia ad avere introdotto un efficace strumento a garanzia della parità tra uomini e donne nelle assemblee elettive. Resta da rivedere l’intero impianto della legge elettorale – prosegue Cucca – che deve essere corretta con meccanismi che garantiscano una maggiore democraticità nella rappresentanza di tutte le forze politiche e maggiore certezza nella composizione dell’Assemblea sarda, insieme a un migliore equilibrio territoriale”.

Per la deputata del Pd Caterina Pes (nella foto) “è una bella giornata per la politica e per le istituzioni sarde. Sono felice che la Sardegna vada ad aggiungersi alle altre regioni che già hanno approvato questo importante principio di civiltà. Una norma attesa da tempo, che consente un’effettiva pari opportunità di accesso nella massima assemblea regionale”.

“Con la consapevolezza che questa legge è uno strumento per dare uno slancio alla nostra società – si legge in una nota del gruppo consiliare Articolo Uno – Sdp, composto da Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda e dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione Giuseppe Dessena – ha votato convintamente per questa riforma. Sapendo che è un mezzo per dare uno spazio, diversamente negato, alle donne che oggi, e domani, si impegnano e si impegneranno in politica e nella società civile. Siamo coscienti che sia uno strumento prezioso per questo momento storico e ci auguriamo che sia possibile superarlo al più presto, per una società che sia davvero paritaria. Il cambiamento è in atto ma deve ancora maturare. Avanti così, tutti e tutte insieme!”.

Positivo anche il giudizio del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, ma con qualche precisazione. “Pur nel giudizio positivo sul voto, dando atto di un lavoro istituzionale interno delle poche elette e più ancora un’iniziativa esterna di opinione, condotta da molte donne, ben fatti per un principio condivisibile, non possiamo sottacere che con l’attuale legge le donne che entrerebbero in Consiglio lo farebbero in forza di una disciplina gravemente lesiva del principio dell’uguaglianza del voto e della rappresentatività. Auspichiamo, pertanto, che, partendo dall’emendamento di oggi, si vada speditamente ad una riforma integrale della legge elettorale sarda in vista della scadenza del 2019. Al riguardo ribadiamo che se nel prosieguo non sarà democratizzata l’intera legge elettorale regionale, la rappresentanza resterà oligarchica, il numero delle donne elette non è scontato che cresca secondo le aspettative e sconteremo piuttosto la delusione delle promotrici, delle elettrici e più in generale di un elettorato che non tornerà certo al voto grazie a questa sola modifica. Pigliaru ha una specifica responsabilità in questa partita perché può orientare la maggioranza ad assumere una iniziativa legislativa in questa delicata materia. Tanto più che uno stimolo viene dalla nuova legge siciliana, che unisce al proporzionale un lieve premio di maggioranza e l’elezione diretta del Presidente. È un testo che presenta alcune criticità, ma è molto più equilibrato di quello vigente da noi, perché non ha iperpremi di maggioranza e rappresenta meglio la volontà del corpo elettorale. Continueremo la battaglia per una legge elettorale giusta”.