Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comune boccia il solarium: «Rischio frane a La Paillote»

Fonte: L'Unione Sarda
3 ottobre 2017

I problemi riguardano esclusivamente lo stabilimento balneare e non il bar Il

Comune boccia il solarium:
«Rischio frane a La Paillote»

Stop allo stabilimento balneare La Paillote. Per il rischio di frane il Comune ha dato parere negativo sull'area che ospitava la pedana di legno con ombrelloni e sdraio in riva al mare. L'iter era quasi concluso, ma secondo il geologo cui si sono affidati gli uffici dell'Edilizia privata quell'attività non è compatibile con i rischi dell'area, una teoria opposta a quella di chi ha fatto i rilievi per conto della Cor.sa., la società della famiglia Merella. «Siamo stupiti da questa schizofrenia, dopo mesi di incontri con gli uffici competenti si era arrivati a un accordo con pareri favorevoli - spiega Fabrizio Merella- poi al novantesimo minuto è intervenuto un geologo con un parere fatto a tavolino, senza nessun sopralluogo e verifiche sull'esistenza di fenomeni franosi in quei punti: se così fosse stato non avremmo avuto gli altri pareri favorevoli». LA RELAZIONE Presentata dai tecnici cui si sono affidati i titolari della Paillote spiega che secondo lo studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica effettuato nell'ambito della predisposizione del Pul «il sito di interesse non ricade in aree soggette a pericolosità da frana, mentre ricade in aree a pericolosità idraulica Hi4», che secondo il Piano stralcio delle fasce fluviali «il sito non ricade in alcuna fascia di inondabilità» e che «non si rilevano fenomeni di dissesto attivi o potenziali che possano interferire con la presenza del solarium». Invece i tecnici che hanno esaminato il caso per conto del Comune insistono sul rischio di frane ricordando le due ordinanze della Capitaneria di Porto che nell'estate dell'87 aveva interdetto il transito e la sosta in tutto quel tratto di costa «a seguito della segnalazione di movimenti franosi» e sottolineando che secondo il Pul l'arenile dell'ex stabulario sarebbe «attrezzabile» solo dopo una messa in sicurezza per il «possibile crollo di blocchi di roccia o detriti in tutta la falesia». Per mettere in sicurezza l'area servirebbe un milione di euro.
IL COMUNE «Dagli uffici precisano che nel 2012 c'era stata una nuova ordinanza della Capitaneria di Porto che permetteva la sistemazione delle pedane di legno in quel tratto, mantenendo i divieti ai lati. Ma era strettamente legata alla concessione - spiega l'assessora all'Urbanistica Francesca Ghirra - se ci sono questi problemi in quel tratto di costa potremmo rivedere i nostri interventi, abbiamo te milioni per il consolidamento dei costoni di Calamosca, non era previsto lì un intervento ma si può valutare». La famiglia Merella ha riaperto l'attività nella parte alta e non vuole rinunciare alla pedana in riva al mare: «Ci rivolgeremo subito al Tar».
Marcello Zasso