Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Su Planu, i fuochi continuano

Fonte: L'Unione Sarda
27 settembre 2017

Chi smaltisce illegalmente i rifiuti ha spostato l'attività di poche centinaia di metri

 

 

 

Il problema resta nonostante lo sgombero del campo rom 

 

 

 

Il campo rom abusivo sulla strada statale 554 è stato sgomberato ma i roghi tossici nella “terra dei fuochi” proseguono. Per gli abitanti di Mulinu Becciu e Su Planu non c'è pace. Diverse le telefonate ai vigili del fuoco e alla polizia municipale per segnalare i focolai in diversi terreni tra la Statale 554 e quella dell'ex inceneritore. Fuochi dall'odore inconfondibile e terribile. Così nei balconi e nelle verande degli appartamenti dei due rioni capita spesso di trovare un sottile strato di polvere nera. La sensazione - e il sospetto - è che chi bruciava rifiuti per ricavarne metallo da rivendere o per smaltirli illegalmente in cambio di denaro si sia semplicemente spostato di alcune decine o centinaia di metri.
L'EMERGENZA «Abbiamo intensificato i controlli con passaggi delle pattuglie della polizia municipale ogni ora», ha detto il sindaco Massimo Zedda ieri in aula, rispondendo a un'interrogazione del consigliere Marco Benucci proprio sul tema. «Ma l'area dei roghi adesso è molto più estesa rispetto a prima. Per questo abbiamo chiesto alla Prefettura di convocare urgentemente un comitato provinciale. È necessario organizzare dei servizi e dei controlli con la collaborazione di tutte le istituzioni, delle altre forze dell'ordine e amministrazioni». Urgente, ha aggiunto il primo cittadino, «una verifica della qualità dell'aria da parte dell'Arpas perché nella zona ci sono moltissime abitazioni e uffici». Zedda ha chiesto alla Regione di fornire le risorse finanziarie necessarie «per la bonifica dell'ex campo rom abusivo. Siamo davanti a una situazione molto sentita, esattamente come sta avvenendo a Quartu per Molentargius».
LA PROTESTA Sono gli abitanti di Mulinu Becciu e Su Planu a lanciare ancora una volta l'allarme. «A Molentargius in questi giorni stanno vivendo quello che noi stiamo subendo da anni», spiegano i componenti del comitato No Diossina. «I roghi proseguono. Da quelle parti si continua a bruciare di tutto», ha detto Bonaria Pinna. Le segnalazioni di fuochi e fumo nero, negli ultimi giorni, sono state diverse. I vigili del fuoco sono intervenuti per domare gli incendi. E i tanti rifiuti abbandonati nelle cunette non aiutano: «La spazzatura è abbandonate», ha aggiunto Michele Treglia. «C'è di tutto. Chi ha il compito di ritirare tutti questi rifiuti?»
LO SGOMBERO Lo scorso 30 agosto le ultime tre famiglie rom che vivevano nel campo abusivo, accanto alla Motorizzazione civile, sono andate via. Le baracche sono state buttate giù. Poi c'è stato un grosso incendio: tra i rifiuti e i resti delle casupole, i vigili del fuoco hanno recuperato anche cinque bombole del gas. A quasi tre settimane dallo sgombero nella collinetta dei veleni ci sono ancora montagne di rifiuti di ogni genere. «Ci costituiremo parte civile nel procedimento penale relativo all'inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti e inquinamento avvenuto in questi anni», ha spiegato Antonio Guerrieri, presidente del comitato “No diossina”.
BONIFICA E CONTROLLI Con il passare dei giorni però le priorità per il comitato aumentano. Accanto alla richiesta di «una urgente bonifica dell'ex campo rom e messa in sicurezza dell'area», come ha evidenziato Guerrieri, c'è anche la necessità di mettere definitivamente la parola fine ai roghi, soprattutto notturni. Il sospetto, come più volte evidenziato dal comitato “No diossina”, è che i rifiuti da smaltire in modo illegale vengano portati ai rom «da imprese private o addirittura da amministrazioni comunali». Il presidente del comitato ha aggiunto: «Quanto ritrovato nel campo non può essere frutto di alcune famiglie rom».
Matteo Vercelli