Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sindaci, preparate i cittadini»

Fonte: L'Unione Sarda
14 settembre 2017

Sollecitati i piani d'emergenza e le esercitazioni. Nudda: prevenzione fondamentale

 

 

La Protezione civile ai Comuni: autunno a rischio nubifragi Due lettere a luglio, una agli inizi di agosto, l'ultima martedì scorso. In vista dei temporali d'autunno, la Protezione civile regionale sollecita i sindaci a tenersi pronti. «Quelli dopo l'estate sono i mesi in cui è più alto il rischio di alluvioni e per questo - dice il direttore generale Graziano Nudda - ciascuna amministrazione comunale deve essere pronta a fronteggiare eventuali situazioni di emergenza».
LA TERRA FRAGILE Ai Comuni che ancora non hanno un piano di protezione civile (94 su 377) si chiede di approvarlo il prima possibile. A tutti gli altri viene sollecitato un aggiornamento in base, eventualmente, agli ettari di territorio bruciati questa estate. Undicimila gli ettari in cenere dall'inizio della stagione, e se si considera che dal 2005 in tutta la Sardegna sono stati distrutti 190 mila ettari di boschi, pascoli e macchia mediterranea si capisce quanto sia divenuta fragile la terra denudata dalle fiamme. «Il fuoco - sottolinea il capo della Protezione civile regionale - leva alla terra tutte le difese rendendola più vulnerabile agli effetti devastanti dei temporali».
LA MEMORIA Dopo l'alluvione di Livorno, in Sardegna è stato come rivedere le cartoline del lutto di Capoterra, ottobre 2008, e di Villagrande, dicembre 2004. E il disastro lasciato dal passaggio del ciclone Cleopatra nel novembre 2013. Le vittime e i danni a Olbia, Torpè, Bitti e il Nuorese, Uras.
GLI INCONTRI «Da mesi - spiega Graziano Nudda - stiamo facendo un ragionamento coi sindaci e l'Anci perché al di là delle opere di messa in sicurezza dei fiumi, dei ponti e dei canali, nonché della predisposizione di piani di emergenza, è fondamentale preparare la popolazione, informare i cittadini su quali comportamenti tenere prima, durante e dopo un evento come un nubifragio. Perché, ad esempio, mettersi in macchina per andare a prendere i figli a scuola, quando la scuola è un luogo sicuro? Chiediamo agli amministratori di far conoscere il piano di protezione civile comunale ai cittadini, anche con le esercitazioni». Rientra dentro questo programma di prevenzione il calendario dei campi scuola per i ragazzi delle Medie organizzati dalla Protezione civile (col supporto delle associazioni di volontariato) nei mesi scorsi a Sinnai, Assemini, Gavoi e Oliena.
I FONDI STANZIATI È bene che la gente sappia come comportarsi quando viene giù il cielo, in una terra dove su 377 comuni, ben 152 hanno canali coperti e dove 328 comuni sono segnati nella mappa delle aree a rischio di alluvione e frane. E di soldi, la verità si dica, non è che non ne siano stati impegnati: sono quasi 600 milioni di euro, tra fondi statali (perlopiù assegnati nell'ambito del piano nazionale contro il dissesto idrogeologico 2015-2020 nonché il Patto per la Sardegna) e stanziamenti regionali.
ITER SENZA FINE Il punto, però, è che pochissime opere vengono collaudate in tempi accettabili. «Tanto che il sistema sembra pensato perché i soldi non vengano spesi», avverte Pierpaolo Tilocca, presidente di Ance Sardegna, associazione dei costruttori edili. Un sistema di vincoli, regole, valzer tra enti, tutela della gallina prataiola, timbri e conferenze di servizi senza fine. «Se dallo stanziamento dei soldi al collaudo dell'opera passano dieci anni, come pensiamo di andare avanti? Tanto più quando si tratta di opere urgenti come quelle di mitigazione del rischio idrogeologico. A Villagrande, per esempio, solo nel 2014 sono stati fatti i primi appalti dopo l'alluvione e ancora c'è qualche gara ferma».
IL NUOVO CODICE L'iter si è ingolfato ulteriormente col nuovo codice degli appalti, «perché almeno prima l'amministrazione poteva accettare l'offerta economicamente più vantaggiosa e avere poi il progetto definitivo. Ora non è più possibile». La procedura va snellita, non c'è scampo. «E magari per le opere attinenti alla sicurezza delle persone e dei luoghi si dovrebbe nominare un commissario straordinario per le procedure ante gara». Quelle che sì, da sole (quando non c'è di mezzo la Tutela del paesaggio e la Soprintendenza ai Beni culturali) fanno perdere se va bene un anno e mezzo di tempo.
L'ASSESSORE «Sono tempi troppo lunghi, è l'evidenza - allarga le braccia l'assessore regionale ai Lavori pubblici Edoardo Balzarini -. Dove ci sono aree sensibili, poi, la procedura diventa ancora più complessa». È quel che succede per le opere sui fiumi, dalle vasche di laminazione ai ponti, perché come minimo serve la valutazione d'impatto ambientale. I soldi, ribadisce l'assessore, «li abbiamo impegnati, eccome. Molti interventi sono stati avviati, diversi conclusi». Settanta milioni solo per mettere in sicurezza i canali tombati. «La criticità numero uno. E siamo in grado di intervenire perché i tecnici del Genio civile hanno censito comune per comune tutti i canali tombati». È necessaria anche la manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua. La Giunta aveva già stanziato 15 milioni di euro, altri 16 sono stati assegnati ieri. «Un contributo vincolato - sottolinea Balzarini -. Vogliamo così sostenere i sindaci negli interventi per la sicurezza dei cittadini».
Piera Serusi