Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E il Sulcis che investe sui percorsi verdi resta tagliato fuori

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2017

 

 

Piste d'asfalto ecologico rosso o nero, ma anche solo sterrate, per conservare il fascino dei vecchi tracciati ferroviari. Strette o larghe, per passeggiate, corsa, mountain bike o equitazione. Corrono dove un tempo sferragliavano locomotive o littorine, in mezzo a scenari mozzafiato o accanto alle principali strade di collegamento. Ma per la Regione le piste ciclabili del Sulcis Iglesiente, vie parallele ad uno sviluppo ecosostenibile, al momento semplicemente non esistono. E così centri come Carbonia, Iglesias, Gonnesa, San Giovanni Suergiu, Tratalias, Narcao, Sant'Anna Arresi e Sant'Antioco, con percorsi già realizzati o in fase di costruzione, sono tagliati fuori. Esclusi in toto dalla Ciclovia nazionale, il sistema che, grazie al recente protocollo d'intesa tra Regione e Ministeri, ha incluso l'Isola nel prestigioso circuito.
LA PROTESTA «Predicano “sostenibilità”, incentivano la mobilità alternativa e i “percorsi nel verde”, per attrarre turisti e promuovere territori. E poi, dopo che si è investito ci escludono. È assurdo», si sfoga Marco Piras, sindaco di Tratalias. Da alcuni giorni, lungo il tracciato dell'ex ferrovia tra Tratalias e San Giovanni, sono in corso i lavori per la realizzazione di una pista ciclabile (con annessa ippovia) che, dal lago di Monte Pranu a Marcu Pinna, colleghi i due centri. Un'iniziativa da 600mila euro, tra i progetti del Piano Sulcis. E non è l'unica.
LE PISTE Ad aprire il sentiero alla “mobilità alternativa e sostenibile”, anni fa, fu l'ex Provincia di Carbonia Iglesias. Suo il primo tracciato tra Carbonia e San Giovanni Suergiu, oggi meta di centinaia di ciclisti e cultori del walking (la camminata) e del running (la corsa). Settecentomila euro di investimento che hanno fatto da apripista a tutti gli altri progetti. Tra questi, dopo anni di abbandono, anche quello della ciclopedonale tra Sant'Antioco e San Giovanni Suergiu, progetto finanziato dalla Provincia del Sud Sardegna con 2 milioni di euro del Piano Sulcis. I lavori del primo lotto volgono al termine, presto partiranno quelli del secondo sino a San Giovanni Suergiu, crocevia di tutti i sentieri ciclabili del Basso Sulcis. All'orizzonte poi, annunciato dalla stessa Regione, c'è il vecchio tracciato della Ferrovia del Sulcis nel tratto che da Siliqua arriva sino a Santadi, passando per Narcao, Nuxis e Villaperuccio. Anch'esso, con 800 mila euro ricavati dalle sanzioni alle violazioni paesaggistiche, diventerà una pista ciclabile: 40 chilometri di sterrato su parte della linea a scartamento ridotto Siliqua-Calasetta, ora gestita dall'Arst. E ai nastri di partenza, dopo l'estate, c'è un'altra suggestiva ciclopista. È quella tra Sant'Anna Arresi e la località marina di Porto Pino. Due milioni e 300 mila euro per un tracciato che, dalla piazzetta del Nuraghe, porta alle spiagge, costeggiando i suggestivi stagni di Maestrale e de Is Brebeis.
I SINDACI IN RIVOLTA I primi a scendere in campo contro l'esclusione del Sulcis dalla “Ciclovia della Sardegna”, viatico per la promozione di un turismo alternativo, sono stati Ivo Melis, sindaco di Masainas, il Movimento 5 Stelle di Carbonia, Luca Pizzuto, consigliere regionale di Art. 1 Sdp, ed Elvira Usai, sindaca di San Giovanni Suergiu. Al loro coro di protesta, concorde nel chiedere alla Regione di «rivedere i propri piani», oltre al sindaco di Tratalias, si è aggiunto anche quello di Teresa Pintus, primo cittadino di Sant'Anna Arresi. «Crediamo fortemente in un turismo ecosostenibile e in tale senso, spronati dalla stessa Regione, ci siamo mossi insieme agli altri Comuni. L'intento - evidenzia, tra la delusione e lo sconcerto - è di dar vita a un nuovo modo di far turismo e creare opportunità per un territorio già disagiato. E invece dobbiamo assistere, ancora una volta, a scelte in cui è difficile trovare una logica».
Maurizio Locci