CASTELLO. Il Comune ha aggiudicato la gara, nel frattempo 2 dei 4 impianti sono fermi
Ma tra sostituzione e collaudo saranno pronti solo nel 2018
I lavori per sostituire i vecchi e arrancanti ascensori con impianti di nuova generazione sono stati finalmente aggiudicati, ma le difficoltà di accesso a Castello al momento restano intatte. L'azienda incaricata dal Comune di provvedere agli interventi dopo anni di malfunzionamento dell'attuale sistema ha già eseguito il sopralluogo che anticipa l'apertura dei cantieri, e l'amministrazione cittadina indica come possibile via alle opere il prossimo mese. Però i tempi perché turisti e soprattutto residenti possano utilizzare il nuovo «mezzo di trasporto» sono ancora parecchio lunghi: serviranno tra i sei e gli otto mesi per sistemare il macchinario, poi sarà necessario provvedere al collaudo e solo dopo, nel caso tutto andasse come si spera, il sistema diventerà operativo. Quindi: chi vive nello storico quartiere che domina il capoluogo si armi di ulteriore pazienza. Nella speranza che questa sia davvero la volta buona per risolvere in via definitiva il problema. «È una priorità», ha assicurato più volte l'assessora alla Mobilità Luisa Anna Marras.
LA SOSTITUZIONE Saranno sostituiti gli ascensori che portano dalla vecchia sede de L'Unione Sarda a piazzetta Mundula (dietro piazza Palazzo), quello che dalle scalette di Santa Chiara arriva sotto le mura del Bastione di Santa Croce e quello che da viale Regina Elena (a ridosso di piazza Costituzione) arriva a via Del Fossario, sul Bastione di Saint Remy. La spesa preventivata supera il milione di euro (1.064.994), mentre la manutenzione degli impianti attuali andrà avanti sino al giorno dello smantellamento. Al momento sono operativi solo due di loro.
LE POLEMICHE Ancora la scorsa primavera tutto era bloccato per l'improvviso muro contro muro tra Comune e Soprintendenza relativo «all'eccessivo impatto» visivo (parole pronunciate dal soprintendente Fausto Martino) che le novità avrebbero provocato sul paesaggio. Il sindaco Massimo Zedda aveva poco gradito il successivo invito a ripensare gli impianti e aveva replicato chiedendo di «non limitarsi a dire che una cosa non si può fare, ma a proporre soluzioni alternative». Poche settimane dopo l'assessora Marras aveva trovato un accordo e firmato una delibera utile a risolvere, momentaneamente, i problemi. «L'esigenza era rimediare all'isolamento di Castello, nel frattempo cercheremo una soluzione migliore», il commento dell'esponente della Giunta. Quindi: ascensori in vetro e acciaio da sostituire entro cinque anni dall'entrata in esercizio con altri di impatto minore, la condizione posta dalla Soprintendenza per il suo sì al progetto. Nel frattempo il Municipio dovrà mettere a punto un sistema di collegamento efficace e integrato per raggiungere il quartiere. «A questi mezzi meccanici saranno affiancate altre iniziative che rientrino in uno studio sulla mobilità sostenibile», aveva aggiunto l'assessora. Bus elettrici, tram, bike sharing e così via.
IL FUTURO I vecchi impianti si bloccano a cadenza regolare per colpa di problemi meccanici: non di rado si sono fermati durante la salita e la discesa con persone dentro, creando in estate un effetto forno. I nuovi saranno dotati di un motore elettrico «assiale a magneti permanenti, alimentato con variatore di flusso». La cabina è prevista in cristallo e struttura in acciaio, dotata di aperture che consentano la circolazione naturale dell'aria. Le “capsule” si muoveranno all'interno delle torri, proprio quelle che avevano fatto storcere il naso al soprintendente, convinto fossero troppo impattanti. Poi, entro cinque anni dalla loro entrata in funzione, dovranno essere nuovamente sostituiti.
Andrea Manunza