Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ecco il mio Interlagos dove la corsa è senza arrivo

Fonte: L'Unione Sarda
22 luglio 2017

Mostra “Sulla curva chiusa” di Rafa Munárriz alla Galleria Macca, a Cagliari

 

 

 

 

 

P er raccontare il rapporto tra l'uomo e lo spazio che lo limita ha scelto il circuito automobilistico di Formula 1 di Interlagos (San Paolo) e lo ha fatto a pezzi. Lo ha decostruito, ha cambiato il percorso delle curve, gli ha ridato nuove forme, ha cercato di trasformare il più possibile quelle linee tortuose in un rettilineo. Non più un cerchio che imprigiona, ma una nuova dimensione di apertura, e di scelta.
Si intitola “Sulla curva chiusa” la personale di Rafa Munárriz che si è inaugurata alla Galleria Macca di via Lamarmora, a Cagliari. Allestita sino al 31 agosto e inserita nelle iniziative di “CagliariPaesaggio”, propone quindici piccoli studi del ventisettenne artista concettuale navarrese. Quindici disegni per mostrare quanto sia arduo, affascinante, pieno di significati, entrare in rapporto con un luogo così simbolico e popolare, e cambiargli i connotati. E poi una video-installazione, che ripete sé stessa in un loop, come una corsa senza arrivo, e sembra annullare, nelle riprese effettuate a bordo di un'auto su cui viaggiano l'artista e un pilota amico, le mille sinuosità del “Josè Carlos Pace”.
Dalla Galería Pelaires di Palma di Maiorca, dove l'artista spagnolo ha presentato “Flujo e Impacto”, alla Macca di Cagliari di Claude Corongiu, che celebra con questa esposizione i suoi primi due anni di vita. Da un'isola a un'altra isola: un altro luogo chiuso, un altro circuito da aprire, per trovare nuovi possibili rettilinei.
A curare “Sulla curva chiusa” (il martedì, il giovedì e il venerdì dalle 19 alle 21) è la critica dell'arte Marta Ramos Yzquierdo, che sottolinea nella sua presentazione la ricerca dell'artista. Il suo osservare lo spazio, quello imposto dalla natura, e quello stabilito dalle convenzioni sociali. Codici fissi, che determinano precise dinamiche sociali, condizionano la libertà dei singoli. Per la sua mostra cagliaritana, Munárriz ha proposto, insieme con gli studi su Interlagos e la video-installazione, anche alcune piccolissime sculture bianche che propongono - in omaggio a Cagliari - un anfiteatro romano (altro luogo circolare deputato a momenti sociali importanti), lo rovesciano per trasformarlo in una sorta di provvidenziale atollo, lo decostruiscono. Anch'esse ci invitano a riflettere sui flussi, i percorsi, i transiti, le trasformazioni a cui si può giungere se si alterano i codici imposti. Si tratti di un teatro antico, o di un moderno circuito di Formula 1.
Come si apre un cerchio, che cosa si trova se si esce dal circuito chiuso, dall'isola, se si sovvertono i codici che impongono al corpo, e alla mente, determinati movimenti? Anche lo spazio è politica. E questo giovanissimo artista spagnolo che si è formato in Germania e a Chicago e ora frequenta a San Paolo un master d'arte, lo sa molto bene. Chissà che cosa pensa del fatto che Interlagos sia uno dei pochi circuiti di Formula 1 che si percorre in senso antiorario. Anche questo, chissà, può essere una bella suggestione di libertà.
Maria Paola Masala