Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Inquinamento, nuovi sigilli La Forestale anche in fabbrica: acquisiti documenti e computer

Fonte: L'Unione Sarda
20 giugno 2017

L'inchiesta sulla Fluorsid: finiscono sotto sequestro altri 20 ettari nell'area di Macchiareddu Inquinamento, nuovi sigilli La Forestale anche in fabbrica: acquisiti documenti e computer


Gli investigatori della Forestale si sono mossi alle prime ore del mattino di ieri, sequestrando altre nove presunte discariche a Macchiareddu ed effettuando una serie di perquisizioni negli uffici della Fluorsid e della Ineco, l'azienda che curava in appalto la logistica dello stabilimento specializzato nella produzione di acido fluoridrico ora finito nel mirino della Procura per un presunto disastro ambientale.
I SEQUESTRI Su circa venti ettari di terreni tra Assemini e Uta, suddivisi in nove lotti di varie pezzature (alcuni controllati dal Cacip), sono comparsi a fine mattinata i sigilli disposti dal pubblico ministero Marco Cocco, che sta coordinando l'inchiesta. Si tratta, secondo le prime indiscrezioni, di aree che sarebbero state usate nel tempo per scaricare materiale residuale di lavorazione dell'industria di Assemini. Discariche a cielo aperto, secondo l'ipotesi degli investigatori, nelle quali ora verranno effettuati nuovi campionamenti per accertare la composizione chimica degli elementi mescolati al terreno. Alcuni di questi lotti, in ogni caso, sarebbero comunque già stati ripuliti in passato da una delle aziende coinvolte nell'inchiesta, su sollecitazione dei proprietari che si erano lamentati per gli sversamenti.
LE PERQUISIZIONI E sempre ieri mattina, su ordine del titolare del fascicolo, i ranger guidati dal commissario Fabrizio Madeddu hanno anche perquisito nuovamente gli uffici dello stabilimento Fluorsid di Assemini e quelli della società Ineco di Armando Bollani, l'imprenditore arrestato il mese scorso assieme ad alcuni dei manager della società del presidente del Cagliari Calcio, Tommaso Giulini, estraneo all'inchiesta. Gli uomini del Nucleo investigativo della Forestale hanno lasciato le due aziende portando via documenti, computer e altro materiale informatico che verrà ora analizzato alla ricerca di ulteriori riscontri. Lo stesso Bollani, tra l'altro, sarà interrogato questa mattina - accompagnato dall'avvocato difensore Carlo Massacci - dal pubblico ministero che subito dopo gli arresti aveva già sentito due suoi operai coinvolti nell'inchiesta.
LE INDAGINI Alle nuove discariche sequestrate gli investigatori sarebbero arrivati proprio a seguito degli interrogatori-fiume seguiti agli arresti dello scorso 16 maggio. Quel giorno - con l'accusa di associazione a delinquere e disastro ambientale - il gip del Tribunale di Cagliari aveva ordinato la custodia cautelare di Michele Lavanga, (ex direttore dello stabilimento Fluorsid), Sandro Cossu (responsabile della sicurezza ambientale dell'azienda), Alessio Farci (ingegnere a capo della produzione), Giancarlo Lecis (funzionario tecnico), Armando Bollani (titolare della Ineco) e gli operai Simone Nonnis e Marcello Pitzalis. Ora si trovano tutti ai domiciliari.
GLI INTERROGATORI Tante anche le convocazioni delle persone informate sui fatti. Il 2 giugno, in veste di testimone, era stato sentito il proprietario della Fluorsid, Tommaso Giulini, e anche alcuni tecnici della società e funzionari della Asl. E mentre in Procura sfilavano i testimoni, gli uomini della Forestale hanno continuato la caccia alle presunte discariche utilizzate negli anni per smaltire i fanghi e gli scarti di lavorazione.
I SIGILLI Prima dei venti ettari sequestrati ieri mattina, gli agenti forestali avevano già individuato altre aree. Tra queste quella dell'ex cava di Monastir dove - stando all'ipotesi della Procura - un bacino naturale profondo nove metri sarebbe stato prosciugato e utilizzato per seppellire rifiuti di vario genere, tra i quali anche un camion e centinaia di estintori. Nelle prossime settimane arriveranno anche gli esisti delle analisi chimiche sui campioni di aria, terreno e acqua prelevati dagli specialisti dell'Arpas e della Asl tra Macchiareddu e lo stagno di Santa Gilla. Sarà così possibile capire meglio la portata del presunto disastro ambientale.
Francesco Pinna