Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ascensori? «Pendenti e invisibili» L'idea: il modello stile “torre di Pisa” utilizzato nelle Marmore

Fonte: L'Unione Sarda
6 giugno 2017

CASTELLO.

Proposta-provocazione della Ciam, la società di manutenzione degli impianti

Ascensori? «Pendenti e invisibili» L'idea: il modello stile “torre di Pisa” utilizzato nelle Marmore


La lunga telenovela sugli ascensori che collegano il centro cittadino con la rocca di Castello si arricchisce di una nuova puntata. Irrompe nella scena la “Ciam srl”, società che, dall'aprile dello scorso anno, si è aggiudicata la gara per la manutenzione degli impianti oggi tema di un infuocato dibattito cittadino fra Comune, Regione e Soprintendenza da una parte e, dall'altra, residenti del quartiere nobile e turisti.
UNO SU SEI «Su sei impianti, oggi ne funziona soltanto uno». Questo lo stato dell'arte certificato da Sandro Citarei, presidente del comitato tecnico della Ciam. «La situazione è poco meno che disastrosa: bruciato il motore dell'ascensore “Unione alto”, quello sopra la vecchia sede del quotidiano; l'impianto del Bastione San Remy bloccato dalla scorsa settimana perché la cabina si è incastrata nella struttura; quello di santa Chiara è fermo da sempre e di fatto non ci è mai stato consegnato».
CAPE KENNEDY Prima dell'indizione del bando di gara la Ciam aveva sottoposto all'amministrazione comunale un'idea progettuale (basata su un project financing ) su come risolvere il problema, forte delle sue esperienze a Cuneo e nella cascata delle Marmore. «Cagliari, proprio nella sua parte più nobile e antica, sembra la rampa di lancio di qualche missile spaziale. Noi siamo partiti dal superamento di questa visione con l'obiettivo di trovare una soluzione che non fosse quella di appesantire ulteriormente questi impianti», dice ancora Citarei.
MODELLO TORRE DI PISA La soluzione individuata avvicina Cagliari a piazza dei Miracoli. Nel senso che la Ciam ha pensato ad ascensori che, «al posto della rampa verticale “da base spaziale”, sposino l'abbraccio con la lieve pendenza della rocca di Castello, leggermente inclinati, cioè, in alcuni tratti persino mimetizzati e quasi invisibili con un impatto vicino allo zero», spiega ancora Citarei.
Col risultato - secondo il progetto Ciam - che sparirebbero le rampe, gli ascensori si ridurrebbero da quattro a due («perché si accorperebbero quelli “Unione” e “San Remy”», precisa ancora il numero uno dell'area tecnica) e residenti e turisti avrebbero un accesso diretto al Castello senza alcuna passerella.
PROGETTO VINCENTE Alessandro Merici, ingegnere, sindaco di Lunamatrona è l'autore del contestato progetto dei nuovi impianti. L'incarico l'ha avuto con la formula dell'affidamento diretto. Costo totale del progetto: un milione e 65 mila euro, per la sostituzione dei quattro attuali ascensori della Passeggiata coperta di via del Fossario (Sud), Terrapieno - piazzale Mundula (Est Alto), viale Regina Elena (Est Basso), e quello delle scalette Santa Chiara (Ovest). Dovranno essere smantellati per lasciare spazio ai nuovi impianti con motore elettrico “assiale a magneti permanenti, alimentato con variatore di flusso”.
DOPPIA PLACENTA «Di fatto», secondo la Siam, «a una prima placenta se ne sovrappone una seconda - tra ferro e cristallo - che ingloba la prima e di fatto rende gli impianti più pesanti e impattanti. Forse sono queste le criticità che stanno bloccando l'iter per la soluzione di un problema che è strategico non solo in chiave turistica».
NESSUNA POLEMICA Da parte della società incaricata della manutenzione dei travagliati impianti nessuna tentazione di soffiare sul fuoco della polemica. Tutt'altro. «L'attuale situazione di stallo non fa bene a nessuno. Credo che l'obiettivo condiviso debba essere quello, e solo quello, di trovare una soluzione che restituisca alla città questa fondamentale infrastruttura», conclude Citarei. «Noi abbiamo pensato a un impatto più dolce rispetto a quello attuale, eliminando la struttura in cemento armato ma soprattutto consentendo un accesso ecocompatibile alla rocca che non stravolga l'armonia storica e architettonica del colle di Castello».
Paolo Matta