Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Come un cortocircuito L'assurdo di Rezza&Mastrella

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2017

Su il sipario Da Cagliari a Nuoro, tutti gli appuntamenti con le performance dei due artisti

 

 

« I o non recito, emetto suoni. Rispettiamo il pubblico ma non lo prevediamo». Non è affatto vero, Antonio Rezza e Flavia Mastrella gli spettatori li tirano dentro i loro copioni. Sono di nuovo in Sardegna questi due geni che hanno un curriculum pieno di titoli strani. Dopo il debutto di ieri, al Teatro Massimo di Cagliari, è ancora oggi in scena “7 14 21 28”. Ovvero, si legge sulla locandina di Sardegna Teatro, “Oscillazioni e tentennamenti in ideogramma mobile”. Un'ora in cui si è parlato, si fa per dire, di civiltà numeriche a confronto, di volumi triangolari diretti verso l'alto che coesistono con linee orizzontali. Depistaggi ironici, ma il divertimento è garantito.
I due poeti dell'assurdo riproporranno, sempre al Massimo, domani alle 21 e dopodomani alle 19, il pregevolissimo “Fratto x”. Atteso, poi, al Teatro Eliseo di Nuoro il 10 alle 20.30. Non basta, Rezza & Mastrella sanno fare di tutto, affrontano tutti i possibili mezzi espressivi. Hanno infatti recentemente girato un documentario, “Milano, via Padova”, che sarà presentato il 9 aprile alle 21.30 al Cinema Odissea di Cagliari e il 10, ore 18.30, al Museo Ciusa di Nuoro. Dopo la proiezione speciale in compagnia degli autori, il film sarà visibile sino al 23 aprile dalle 10 alle 20, sempre nelle sale del Museo dedicato al grande scultore sardo. Collega di Flavia Mastrella, artista che espone nelle mostre e crea scenografie che lei chiama Habitat. Hanno infatti qualcosa di organico questi tessuti elastici e colorati che fungono da rifugio, abito, costume: un luogo che accoglie l'essere umano. «Le nostre performance nascono da due fantasie diverse. Con i nostri lavori diamo ritmo alle emozioni. Parliamo con più argomenti, mandiamo un messaggio inconscio con le immagini e uno conscio attraverso le parole». Inutile aspettarsi risposte concrete, descrizioni affidabili su quello che avviene sul palco. Bisogna vederli in azione , questi creatori di situazioni , rimandi, allusioni. Le indicazioni per i 70 minuti di “Milano, Via Padova”? «Questo film parla di insofferenza e racconta, attraverso il canto, la convivenza forzata e la cultura di chi è straniero».
Alessandra Menesini