Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

A scuola di integrazione con gli studenti della Tuveri

Fonte: L'Unione Sarda
6 aprile 2017

PIRRI. Aiuteranno i bambini migranti del centro d'accoglienza a fare i compiti

 

 

Indosseranno i panni dei “maestri”, salendo in cattedra per una grande lezione di integrazione e socializzazione: quaranta studenti della scuola media Tuveri aiuteranno i bambini migranti a svolgere i compiti, andando nel centro di accoglienza di Pirri fuori dall'orario scolastico. Diciassette incontri da un'ora e mezza: si parte martedì prossimo. Non solo grammatica e lettura. Saranno lezioni di italiano per i giovani migranti (provenienti da dieci Paesi africani e una dalla Siria), e di francese, inglese e arabo per i ragazzi della Tuveri. Poi la festa finale l'8 giugno, questa volta nelle aule dell'istituto comprensivo di via Venezia. Un momento di integrazione anche per gli insegnanti e per quindici genitori degli studenti cagliaritani che si intratterranno con le mamme e i papà dei bambini provenienti da Africa e Asia.
L'ACCOGLIENZA Martedì, nel centro Atlantia (ex Motel dell'Agip), c'è stato il battesimo del progetto, uno dei primi nel suo genere. I ragazzi della Tuveri e alcuni genitori, accompagnati dal dirigente della scuola Giovanni Mazziotti, da una delle responsabili dell'iniziativa, Simona Pilia, e da altre insegnanti, sono stati accolti nella sala “rossa” a misura di bambino, realizzata da tempo dalla cooperativa che gestisce la struttura e dal suo vulcanico e instancabile coordinatore, Ahmed Naciri. È stata una grande festa e non sono mancati gli occhi lucidi per le emozioni vissute. Il tuffo nel mondo africano (ci sono bimbi provenienti da Nigeria, Costa d'Avorio, Marocco, Libia, Ghana, Malì) e asiatico (rappresentato dalla Siria) è stato indimenticabile. «L'impatto emotivo è stato molto forte», commenta il dirigente dell'istituto comprensivo Randaccio-Tuveri-Don Milani. «I bambini sono stati fantastici. È nata subito una grande simpatia. Le immagini di questa giornata resteranno nel cuore di tutti i presenti». Gli studenti della Tuveri sono diventati dei piccoli animatori per i bambini migranti. «Una condivisione sociale straordinaria», spiega Anna Marraccini, mamma di una delle studentesse cagliaritane. «Vedere le madri di questi bimbi osservare con occhi sereni i loro figli andare in braccio ad altre persone è stato un bel messaggio».
IL PROGETTO Quanto avvenuto martedì scorso e quello che accadrà nei prossimi incontri è frutto di un lungo lavoro. «Come istituto», sottolinea Mazziotti, «lavoriamo su tre livelli: scuola del'infanzia, primaria e secondaria. Il filo comune è cercare di sviluppare valori e competenze sociali e civiche. Partendo dal concetto di pace, proseguendo con la solidarietà fino ad arrivare, nei ragazzi delle medie, all'integrazione». Così, attraverso un fitto dialogo con il coordinatore del centro di accoglienza, si è arrivati all'idea di far andare gli studenti - con adesione volontaria - delle seconde e delle terze nella struttura di Pirri per aiutare i bambini stranieri a svolgere i compiti. Il progetto “LinguAccogliente”, messo a punto dalle insegnanti Luisanna Ardu e Simona Pilia, alla fine coinvolgerà circa quaranta studenti: a gruppi di dieci si alterneranno nelle diciassette lezioni “in trasferta”. Venti i docenti dell'istituto (di tutti e tre i gradi d'istruzione) che hanno aderito anche loro in forma completamente volontaria e in orari extra scolastici. Un progetto esteso anche ai genitori: «In quindici hanno aderito», evidenzia Pilia. «Anche loro, come i ragazzi, potranno sperimentare sul campo la solidarietà».
GLI OSTACOLI Le perplessità iniziali sono svanite dopo pochi incontri. «Inutile negarlo: c'è chi, tra i genitori, ha manifestato dei timori per questioni di sicurezza», conferma la coordinatrice. «Gli studenti? Erano preoccupati», aggiunge la Ardu, «dell'eventuale difficoltà dei compiti e dei problemi di comunicazione. C'è chi ha chiesto, forse per timore di malattie: li possiamo toccare? Colpa dei luoghi comuni e dei pregiudizi, svaniti immediatamente dopo le spiegazioni degli insegnanti». Gli effetti dell'accoglienza di martedì scorso ci sono stati subito: «Altri ragazzi di altre classi del nostro istituto hanno chiesto di poter partecipare», raccontano le due insegnanti. «Gli studenti ci hanno già domandato di fare qualcosa anche durante l'estate».
L'INSEGNAMENTO La Marraccini, mamma di una delle studentesse cagliaritane, ammette: «Siamo colpite dal fatto che la scuola abbia sensibilizzato i nostri figli su una tematica così importante e che i nostri ragazzi siano arrivati a casa chiedendo, di loro iniziativa, di poter partecipare al progetto di integrazione». Naciri, dal centro di accoglienza, conclude: «Ho visto una mamma di uno studente cagliaritano andare via con le lacrime agli occhi. Non ci vuole poi tanto per sconfiggere i pregiudizi».
Matteo Vercelli