Rassegna Stampa

web Vistanet Cagliari

Il sindaco Zedda e l’assessora Cilloccu chiedono una riapertura del dialogo con la Regione

Fonte: web Vistanet Cagliari
5 aprile 2017

La polemica contro le limitazioni degli orari per i locali notturni arriva in aula.

Il sindaco Zedda e l’assessora Cilloccu chiedono una riapertura del dialogo con la Regione
  

La diatriba Comune-Assessorato all’ambiente arriva in Consiglio Comunale. L’interrogazione del consigliere di maggioranza Matteo Massa ha permesso all’assessora alle attività produttive Marzia Cilloccu e al sindaco Massimo Zedda di intervenire ufficialmente e illustrare una volta per tutte le tappe che hanno portato a queste pesanti richieste da parte della Regione, così come il punto di vista dell’amministrazione comunale.

Fa un salto indietro, l’assessora Cilloccu per far conoscere ciò che l’amministrazione comunale si è impegnata a fare, ciò che ha fatto e ciò che ha proposto per venire incontro alle richieste degli operatori e tutelare allo stesso tempo la salute dei cittadini. Marzia Cilloccu cita il verbale del primo Tavolo tecnico fra Comune di Cagliari, Assessorato all’ambiente, Assessorato alla Sanità e l’Arpas del 29 luglio 2016. Nel documento si invitava il Comune a rivedere il regolamento per la concessione degli spazi pubblici, data la situazione di emergenza sanitaria rilevata dall’ARPAS nel 2014. Secondo queste prescrizioni, gli orari massimi di concessione degli spazi pubblici sarebbero dovute essere le 24.00, e solo nei periodi estivi nelle giornate di venerdì, sabato e prefestivi l’una ed entro questo orario tavoli, sedie e arredi sarebbero dovuti essere rimossi. Nel documento si chiedeva inoltre l’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine con il coinvolgimento in questo dello stesso Prefetto.

Il 7 ottobre 2016 il sindaco ha chiesto la riapertura del Tavolo tecnico per poter esporre le iniziative avviate a tutela dei residenti e delle attività. E si arriva quindi al contestato incontro del 17 gennaio 2017. Presente al tavolo, in vece del sindaco, c’era proprio l’assessora Cillocu, accusata di recente dal Comitato “Rumore no grazie” di aver messo proprio in questa circostanza la salute dei cittadini in secondo piano. Accusa mossa perché in quell’occasione, l’assessora chiese che venissero modificati i limiti orari imposti – fino alle 2.00 nei giorni festivi e fino all’una nei giorni feriali – proponendo in questo senso una sperimentazione. Tale sperimentazione avrebbe coinvolto gli stessi gestori e sarebbe stata utile per capire se i limiti acustici sarebbero potuti essere rispettati, compresa la possibilità di lasciare gli arredi esterni comunque all’esterno, senza troppi danni economici rispettando comunque la salute dei cittadini. «Il Comune – ha dichiarato l’assessora – aveva già in programma di attuare gli interventi che avrebbero comunque portato ad un adeguamento alle stesse indicazioni date da quel verbale». Dalle nuove assunzioni di personale nella Polizia Municipale al restyling di Piazza Yenne con le nuove regole per l’occupazione del suolo pubblico, compreso il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle strade. Tutto secondo la Cilloccu, va nella direzione da una parte di favorire le attività commerciali e tutelare dall’altra i residenti. Ma se l’Arpas si è dimostrata disponibile ad effettuare nuovi controlli, l’Assessorato all’ambiente ha dichiarato che il rispetto egli orari è imprescindibile, accantonando quindi la proposta del Comune.



Decisamente più dure sono state le parole del sindaco Massimo Zedda. Per il primo cittadino, infatti, il rumore è dovuto soprattutto alle persone che vagano per le strade, sostano nelle piazze e fanno schiamazzi e le limitazioni non faranno altro che aumentare questo fenomeno. Secondo Zedda «l’Assessorato regionale all’ambiente un anno fa ha emesso una delibera che di fatto mortifica l’elemento di insonorizzazione e le tutele degli immobili rispetto all’inquinamento acustico, mentre oggi invece entra tanto nel dettaglio addirittura degli orari». Ma sulle dichiarazioni della Regione in merito alle indicazioni del Tavolo, il sindaco è stato ancora più severo: «Sostenere la tesi che queste indicazioni date dal tavolo non siano prescrittive e siano solo dei sentimenti, è al limite del danno erariale, perché il Tavolo si è riunito per diverso tempo e ha definito certi aspetti. Se quindi – ha proseguito Zedda –  l’Assessorato all’ambiente pensa che le indicazioni del Tavolo possano essere disattese dal Comune, sbaglia di grosso, perché nessun dirigente del Comune potrà controfirmare un provvedimento diverso da questo così dettagliato». Si tratta di un fenomeno complesso, quello della movida che secondo il sindaco va affrontato in un altro modo, come ad esempio trovare altri luoghi per lo sfogo della movida cagliaritana. «Pensare che con il divieto alle 24.00 tutti i giovani se ne tornino a casa e finisca tutto – ha sottolineato il sindaco – è avere una visione distaccata dal mondo reale. In altre città questo problema è stato affrontato in modo diverso».  Zedda invita quindi ad una riapertura del Tavolo per far emergere indicazioni e suggerimenti reali. Alcuni incontri fra Assessorato regionale e operatori commerciali sono già in corso e il dialogo per fortuna è ancora aperto per cercare di mantenere un equilibrio fra la tutela della salute dei residenti e la tutela delle attività commerciali. Elaborare sistemi diversi che non implichino la rimozione di un pezzo di economia di una città che vive anche la notte.