Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Urp, le richieste più strane Centinaia di telefonate all'ufficio relazioni col pubblico

Fonte: L'Unione Sarda
31 marzo 2017

COMUNE. In un anno oltre ventimila domande: dai rifiuti ai messaggi d'amore

Urp, le richieste più strane Centinaia di telefonate all'ufficio relazioni col pubblico

«Vorrei sapere se il Comune di Cagliari ha, come capita nei paesi, il banditore». Prego? «Ne ho bisogno perché vorrei diffondere un messaggio d'amore per una ragazza che mi ha lasciato». Sembra un dialogo surreale, invece è una delle centinaia di telefonata che, ogni giorno, vengono ricevute dall'Urp (Ufficio relazioni con il pubblico) del Comune. Solo l'anno scorso sono giunte, tra telefonate e mail, 17.320 richieste di informazioni, 3.564 segnalazioni e altre 426 comunicazioni varie.
I SETTORI I cittadini chiedono, in particolare, informazioni su politiche sociali (19,9 per cento), servizi anagrafici e cimiteri (15,5 per cento) e servizi tecnologici (11,8 per cento). Le segnalazioni, invece, riguardano prevalentemente l'igiene del suolo (34,3 per cento), mobilità (30,3 per cento) e polizia municipale (10,3 per cento). E aumenteranno ulteriormente quando, nei prossimi mesi, sarà attivato anche il numero WhatsApp per le segnalazioni.
LE CHIAMATE Uno strumento che i cittadini utilizzano per capire e informarsi. Sulla prossima raccolta porta a porta dei rifiuti, per esempio: «Come funziona? Sa, ho un appartamento piccolo e tutta quella gente dentro a pulire non ci sta. E poi, spesso non sono a casa. Che cosa devo fare se non mi trovano?»: questa la telefonata arrivata nei giorni scorsi all'Urp. È più datata, invece, un'altra richiesta di informazioni un po' particolare: «A chi devo rivolgermi per partecipare alle escursioni all'Arsella del Diavolo ?».
L'AMORE Gli operatori dell'Urp rispondono sempre con estrema gentilezza. «Anche perché, a parte rarissimi casi», spiegano, «sono molto cortesi anche i cittadini che si rivolgono a noi». E, tavolta, vanno anche al di là dei propri doveri istituzionali: qualche tempo fa, arrivò la chiamata di un siciliano, preoccupato perché «da quando la mia ex fidanzata si è sposata, il suo numero risulta inesistente. Temo che sia morta. Potete rassicurarmi?». In teoria, gli operatori avrebbero, legittimamente, potuto lasciar cadere la richiesta. Ma quel tono era davvero preoccupato. E fu fatto un veloce controllo: la donna era vivissima, forse solo decisa a chiudere definitivamente un capitolo della sua vita.
IL RAZZISTA A fine mattinata, i computer segnalano le chiamate che sono rimaste senza risposta. E gli operatori contattano quei cittadini. A bocca asciutta, ormai, restano quelle persone alle quali è oggettivamente impossibile rispondere. Che cosa dire, per esempio, a chi sostiene che non si aiutano i poveri italiani perché i soldi vanno ai migranti? Un'eccezione. Perché, normalmente, il tono dei cittadini è cortese. Anche quando dicono cose bislacche. «Visto che, in alcune piazze non ci sono locali con bagni pubblici, perché non sistemare vespai ?», ha suggerito un utente. Un altro, invece, ha chiesto l'ordinanza del sindaco che «stabilisce gli orari in cui possono abbaiare i cani».
LAPSUS LINGUAE Come sanno tutti gli operatori dei call center, l'italiano è, spesso, una lingua ostica: così capita che si cerchi la pepsicologa del Comune o si chieda che documenti servono per fare l' involtura dell'acqua. Cittadini che, comunque, si informano come fare la raccolta referenziata o come smaltire i vestiti in fibra ottica o i televisori con il tubo cattolico rotto. E c'è spazio anche per gli automobilisti che suggeriscono la creazione di persuasori di sosta o si preoccupano di come usare le rotatroie . Poi ci sono i colloqui che farebbero una splendida figura nelle commedie all'italiana degli anni '60. « Signora, da dove chiama? Dalla macchina». Oppure, alla richiesta di autentica di firma a domicilio: « Suo marito è vigile? No, no, è pensionato ormai da molto tempo». Cittadini che, comunque, vogliono esercitare sempre i propri diritti. Come è accaduto sei anni fa, in occasione del ballottaggio Zedda-Fantola: «Mi servirebbe la tessera elettorale per andare a ballottai ».
Marcello Cocco