Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tour nelle stanze della storia

Fonte: L'Unione Sarda
24 marzo 2017

CASTELLO. Studenti ciceroni per la 25ª edizione della manifestazione del Fondo ambiente

 

Domani e domenica Giornate di primavera a Palazzo Viceregio

Abiti, argenti, sculture, mostre e, soprattutto, tanta cultura e chiacchierate . Domani e domenica il Fai (Fondo ambiente italiano), in occasione della 25ª edizione delle Giornate di primavera, aprirà il Palazzo Viceregio, la Casa dei sardi, dove è stato costruito lo Statuto della Regione. Il vero valore aggiunto, il mezzo che trasmette emozioni e sensazioni sono loro: gli studenti di alcune scuole superiori scuole cittadine che faranno da ciceroni nella visita all'antico edificio di Castello (sabato dalle 16 alle 19 e domenica dalle 10 alle 19).
LE PROVE Piazza Palazzo ieri mattina è stata invasa da decine di adolescenti. Sotto le direttive della presidentessa del Fai Maria Antonietta Mongiu e dei rispettivi docenti, gli studenti degli istituti Pacinotti, Siotto, Bacaredda, Einaudi e Giua hanno effettuato le prove generali in vista dell'appuntamento. L'entusiasmo non manca e tutto deve essere organizzato nel migliore dei modi facendo tesoro delle precedenti iniziative di successo del Fai (una su tutte le visite all'ex carcere di Buoncammino. Per questa edizione delle Giornate di Primavera è stato creato un apposito ufficio stampa affidato ai ragazzi del Pacinotti che dovranno realizzare video (poi trasmessi su Videolina), curare i social e aggiornare la rassegna stampa.
Un confronto aperto, quello tra studenti e professori, che si è concluso con un' assemblea plenaria che ha messo in evidenza alcune criticità, poi risolte. «Dobbiamo riappropriarci della bellezza, siamo noi i veri padroni».
GUARDANDO A ORIENTE La visuale dalla Sala consiglio toglie il fiato. «Per il venticinquennale della manifestazione abbiamo di deciso di connotare storicamente l'evento usando il titolo Guardando a Oriente... stando al centro », dice Maria Antonietta Mongiu. «Di connotazione storica si tratta se è vero che la nostra Isola si trova al centro del Mediterraneo e, quindi, di uno dei più grandi mutamenti dell'evo contemporaneo: migrazioni e riscrittura dei confini culturali della società europea». Aggiunge ricordando che al porto stanno sbarcando 900 disperati in fuga dall'Africa. «Cagliari, con le sue mura, ha sempre teso a guardare il mare, e con esso chi (o cosa) da lui giungesse».
IL PERCORSO Gli studenti accoglieranno i visitatori del Palazzo Viceregio nella grande piazza Palazzo e li guideranno in un percorso di 14 tappe, 5 delle quali esterne.
Si parte dal Museo diocesano per poi proseguire nel fianco meridionale Cattedrale di Santa Maria. Si passerà poi al Palazzo di città e alla facciata della Cattedrale. Successivamente i ciceroni del Fai illustreranno la facciata e il cortile della Curia arcivescovile e la facciata del Palazzo Viceregio. L'ultima tappa esterna è piazza Palazzo e piazzetta Mundula.
Le emozioni si fanno forti quando si varca l'atrio del Palazzo Viceregio. La scalinata si divide in due e porta al piano nobile dove si possono ammirare i ritratti di diversi Viceré di Sardegna. Il cuore del palazzo Viceregio è la Sala del Consiglio, utilizzata anche dal Consiglio della Regione per decenni dopo la sua istituzione nel 1948. La tappa numero 9 è la Sala con il ritratto di Vittorio Emanuele II. Un ambiente caratterizzato da una vistosa tappezzeria a fondo rosso con mobili d'epoca e un grande ritratto del re d'Italia Vittorio Emanuele II. Il percorso prosegue nel Salotto giallo con ritratto di Carlo Felice e nella Sala Verde con ritratto del Marchese d'Yenne. Si continuerà nella Sala gialla con Allegoria della musica e della danza di Domenico Bruschi, nella Sala verde con Ritratti di Carlo Felice e Carlo Alberto; nelle sale di rappresentanza rossa e beige con sovrapporte di Luigi Gerardenghi. La visita si concluderà nella sala degli specchi, aperta per la prima volta dopo il restauro. La tradizione vuole che qui sia nata nel 1814 la principessa Maria Cristina, poi regina delle due Sicilie.
Andrea Artizzu