Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lasciare un segno lungo i secoli

Fonte: L'Unione Sarda
6 marzo 2017

IN MOSTRA. Sino al 12 marzo, a Cagliari, incisioni: riflessioni e contemporaneità

 

 

 

L e torri del Castello San Michele, a Cagliari, fanno capolino oltre una distesa di asfodeli. Natura e panorama predispongono la mente alla contemplazione, prima di entrare in una mostra, “I luoghi del segno. Pagine incise dal Premio Carnello”, che richiede concentrazione, altrimenti una raccolta di incisioni rischia di essere assimilata a un vago bianco e nero ottenuto con vaghe tecniche, senza avere presente che tali tecniche innervano la storia dell'arte dei secoli remoti. Ancora fino al 12 marzo, questa mostra, col sigillo di Casa Falconieri, in collaborazione con Officina della Cultura, è una bella parata di giovani artisti italiani ed internazionali che hanno partecipato alle tredici edizioni del premio “Carnello cArte ad Arte”.
Ricerche che connettono manualità e conoscenza delle tecniche incisorie alle istanze di un'espressività contemporanea, che può essere figurativa o astratta, può contenere o meno richiami alla cultura dei paesi di origine degli artisti, ma sempre il denominatore è quello dell'essenzialità che il linguaggio incisorio conferisce a un'opera. Come scrive Gabriella Locci in catalogo, «il significato della mostra va al di là del valore della singola opera, indaga sul lavoro che un luogo (Carnello, borgo della Ciociaria), apparentemente defilato, compie nel tempo, e provoca una riflessione complessiva sull'arte e sulla sua funzione sociale».
Una mostra che, in virtuale rapporto con quella in corso al Palazzo di Città, “Segno e memoria nelle incisioni di Paladino”, permette di avvicinarsi all'incisione, sempre più rara nelle programmazioni dei musei, orientati a proposte che guardano sopprattutto l'appeal e la ricaduta di visitatori. Invece è bello osservare nel silenzio opere come “Selva” di Federica Bezzoli, raffinata scansione di gruppi di linee in puntasecca; oppure “Passaggi”, altra puntasecca che disegna la morbidezza di un paesaggio come fosse un corpo dormiente. Sorprese arrivano anche da Croazia, Polonia, Iran e dalla Cina, con Haoyi Jiang e la sua opera “Una serie di paesaggi”, acquaforte acquatinta con acido diretto e puntasecca, su tre lastre. Capire queste tecniche è entrare in un mondo, l'incisione tutta è quel mondo, secolare e coltissimo.
Raffaella Venturi