Rassegna Stampa

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"Basta con i danni alla Sella del Diavolo", ecologisti contro ciclisti

Fonte: web Castedduonline.it
14 febbraio 2017

 

Autore: Redazione Casteddu Online il 13/02/2017 13:42

 


di Stefano Deliperi, presidente del Gruppo di Intervento Giuridico

Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra sono state quelle che – ormai una quindicina di anni fa – con la realizzazione del sentiero naturalistico ed archeologico hanno promosso la riscoperta e la fruizione pubblica della Sella del Diavolo, promontorio demaniale militare fra i più rilevanti gioielli naturalistici e storico-culturali del Mediterraneo.

L’esigenza era, allora, anche evitare opere pubbliche tanto dispendiose quanto assurde in un contesto ambientale e paesaggistico così delicato e già a rischio idrogeologico: la Sella del Diavolo si poteva – e si può – fruire senza funivie, senza obelischi e monumenti vari e non ha bisogno di visibilissime opere per giunta abusive come la croce recentemente rimossa.

Men che meno c’è bisogno di nuovi sperperi di denaro pubblico per iniziative improbabili, c’è stato un intervento comunale di sistemazione ambientale e messa in sicurezza, mentre l’ormai notevole fruizione pubblica da parte di tanti escursionisti più o meno attenti ai valori naturalistici dell’area ha bisogno di una non più procrastinabile regolamentazione.

In particolare è il caso dei tanti, troppi, ciclisti in mountain bike, spesso poco attenti agli escursionisti a piedi e, soprattutto, incuranti dei danni al fondo naturale in calcare e alla vegetazione: purtroppo, non sono isolati i recenti tagli alla macchia mediterranea per aprire nuovi percorsi.

La Sella del Diavolo - demanio militare – ramo Esercito e ramo Marina - è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e in parte con vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.). Sono presenti i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora, ed è prevista quale riserva naturale regionale “Capo S. Elia” (legge regionale n. 31/1989 – Allegato A).

Il piano di gestione dei S.I.C.  “Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera”, approvato con decreto Assessore Difesa Ambiente Regione autonoma Sardegna n. 3 dell’11 febbraio 2011 prevede, quali prescrizioni e indirizzi specifici, ildivieto di apertura di nuovi sentieri e il mantenimento di quelli esistenti “solo al fine di una loro percorribilità pedonale”.

Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra hanno, quindi, chiesto (13 febbraio 2017) al Comune di Cagliari (soggetto gestore dei S.I.C.), al Servizio Tutela della Natura della Regione autonoma della Sardegna e alla Direzione generale Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente l’adozione delle opportune misure di salvaguardia e difesa delle condizioni naturalistiche della Sella del Diavolo, fra cui la limitazione dell’accessibilità con mountain bike.

Si tratta di un’area di grandissima importanza naturalistica, non di un circuito ciclistico.  Un po’ di buon senso.