Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una cappella per l'eternità

Fonte: L'Unione Sarda
7 febbraio 2017

LA SENTENZA. Alcune famiglie vincono la causa davanti al Tar sulla concessione perpetua

 

Ora il Comune dovrà modificare il regolamento dei cimiteri

 

Tutte le cappelle di famiglia con concessione perpetua resteranno per sempre, salvo l'ipotesi - praticamente impossibile - che il Comune non decida di smantellare l'intero cimitero. La recente norma che prevedeva, in caso di ampliamento delle tombe, la scadenza dell'intero mausoleo passati i quarant'anni, è stata spazzata via dai giudici amministrativi. Lo ha deciso una sentenza depositata ieri dal Tar che ha accolto il ricorso presentato da alcuni componenti di famiglie cagliaritane molto conosciute: contestavano le nuove norme introdotte nel regolamento cimiteriale, approvato dal Consiglio comunale il 19 dicembre 2013.
IL RICORSO A chiedere l'intervento dei giudici amministrativi sono stati Edoardo Enrico Spinas, Francesco Cocco Ortu, Camilla Frau, Vittorio e Anna Pani, assieme a Maria Cristina Serra, le cui tombe di famiglia si trovano sparse tra il cimitero di San Michele e in quello monumentale di Bonaria. Considerato che alcuni dei ricorrenti sono anche avvocati, il ricorso è stato dunque discusso davanti al collegio dagli stessi legali Edoardo Enrico Spinas, Giorgia Pani e Francesco Cocco Ortu, mentre il Comune si è costituito in giudizio con l'avvocato Genziana Farci.
I PUNTI SALIENTI La prima questione esaminata dal collegio della seconda sezione del Tar presieduta da Francesco Scano (a latere Tito Aru e Giorgio Manca) è stata l'introduzione di una norma sugli ampliamenti: la nuova concessione per costruire nuovi loculi (scavando o sopraelevando) avrebbe cancellato la durata senza limiti di tempo, introducendo il termine quarantennale da rinnovare.
LA DECISIONE «La richiesta di ampliamento di una cappella familiare concessa in perpetuo», si legge nel dispositivo della sentenza, «non costituisce una richiesta di nuova concessione». Il motivo è semplice: l'ampliamento di solito viene fatto scavando un sottopiano alla cappella o sopralevando, quasi mai chiedendo altro terreno (l'unico caso nel quale il Comune è legittimato a rilasciare una concessione che assorbe la prima). «Il Consiglio di Stato», sanciscono i giudici nella sentenza, «ha affermato che una concessione cimiteriale perpetua non può essere revocata e la sua cessazione può darsi unicamente nell'eventualità di estinzione per effetto della soppressione del cimitero».
LA SENTENZA Ma i magistrati amministrativi hanno ritenuto valida anche la seconda ragione del ricorso, quella che impugnava l'eliminazione del diritto a poter cedere o trasferire la concessione per le sepolture. In questo caso il Tar ha chiarito che questa facoltà è stabilita da una legge nazionale (estesa anche alle concessioni perpetue rilasciate prima del 1975) e «nessuna limitazione alla disponibilità del diritto - si legge nella sentenza - potrà essere introdotta con un atto regolamentare comunale». La durata indeterminata della concessione, inoltre, non potrà essere modificata «unilateralmente da provvedimenti dell'amministrazione comunale volti, in particolare, a comprimerne l'estensione temporale».
LE CONSEGUENZE Accolto il ricorso presentato dagli eredi delle famiglie Spinas, Cocco Ortu, Frau, Pani e Serra, il Comune è stato condannato a pagare 3.000 euro di spese di giudizio. Annullate le parti contestate del nuovo regolamento cimiteriale del 2013, tutte le cappelle delle famiglie storiche e più conosciute della città, costruite su aree concesse senza limiti di tempo, restano dunque per sempre. Non sarà possibile limitarne la durata come avviene invece per i normali loculi. Alcune diventeranno monumenti - come nel caso del cimitero di Bonaria - altre, ampliate, accoglieranno nuove tombe, come avviene a San Michele. Eterne, come il riposo che custodiscono.
Francesco Pinna