Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nel nome del figlio Amleto di dubbi e dolore

Fonte: L'Unione Sarda
23 gennaio 2017

Personaggi A tu per tu con Maddalena Crippa, da mercoledì al Massimo di Cagliari

 

A ttrice, tra le più apprezzate. Cinquantanove anni, brianzola, si è formata al Piccolo di Milano con Giorgio Strehler, ha lavorato con grandi registi come, ad esempio, Peter Stein - che ha anche sposato. Ha recitato Goldoni, Marivaux, Brecht, ha vinto molti titolatissimi premi, tra cui il Duse, il Flaiano, l'Ubu. Cinema, teatro, televisione, in Italia e in Europa, dopo un esordio a diciassette anni. «Ma sono anche una cantante», ci racconta Maddalena Crippa, «la musica è la mia seconda strada e ho appena realizzato una riduzione de “La vedova allegra”, l'operetta di Franz Lehàr, una cosa leggera che ha appena debuttato a Cividale».
A Cagliari, da mercoledì a domenica per la stagione della Cedac, sarà protagonista al Teatro Massimo di un “Amleto” diretto da Daniele Pecci. Maddalena Crippa è la regina di Danimarca, vedova di un re, fresca sposa del di lui fratello e madre esecrata da un figlio che si finge folle.
Un ruolo tragico: quale personalità ha la sua Gertrude?
«William Shakespeare è stato molto avaro con questa figura. Le concede pochissime battute, non le dà il modo di fare capire esattamente chi è e cosa ha fatto. Si è ispirato certamente a Clitennestra e ad Elettra ma loro agirono per vendetta. Lei no, e io non ho trovato tracce della sua responsabilità nei nefasti eventi che la travolgono. Gertrude è combattuta, ama suo figlio e nel colloquio con lui, che la insulta pesantemente, è annientata dalle sue accuse. “Tu mi fai volgere gli occhi in fondo all'anima e là io vedo sì macchie nere e sì tenaci, che nessun lavacro sarà capace più di cancellare”. Io penso sia innocente. Da quel momento si allontana dal suo secondo marito Claudio e va incontro al suicidio».
Beve dalla coppa avvelenata.
«E sa bene cosa contiene. Si punisce ma non è colpevole dei sanguinosi accadimenti, non ha ordito trame delittuose. Lo spettro del defunto re invita Amleto a punire chi lo ha ucciso a tradimento ma gli ingiunge “non far che la tua anima abbia a cospirar contro tua madre; lascia al cielo e alle spine ch'ella ha in petto di pungerla e trafiggerla”».
Gertrude sembra provare affetto anche per Ofelia, vorrebbe aver potuto spargere fiori sul suo talamo nuziale e non sulla sua tomba.
«Ha pena di quella vergine violata che ha perso il senno a causa del rifiuto di Amleto. Anche qui rivela una natura sensibile, ha compassione per questo fiore perduto, per la fanciulla che si annega nel fiume. Il destino di Ofelia è anche il suo».
“Amleto, caro, togliti di dosso quel color notturno”.
«Sono parole di sollecitudine materna. E le pronuncia mentre il cuore le si spezza in due».
Alessandra Menesini