Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le testimonianze Studiosi, scrittori e colleghi ricordano «il poeta che usava tutte le nostre lingue

Fonte: La Nuova Sardegna
13 gennaio 2017

 

L a statura morale, il rigore degli studi e la vena potente della scrittura sono l'eredità di Giulio Angioni.
«Era l'antropologo per eccellenza in Sardegna», dice il collega Bachisio Bandinu . «Il suo approccio alla lettura della realtà è stato duplice: si avvaleva dei metodi di analisi della disciplina di cui era maestro e degli strumenti del romanziere, incline alla partecipazione umana. Servendosi di questo vantaggio, seppe comprendere appieno la complessità della sua comunità». «È stato una figura centrale nel panorama culturale sardo e non solo», sottolinea l'amico Luciano Marrocu , docente di Storia contemporanea . «Esponente di una scuola di antropologi di prima importanza, è stato scrittore proiettato verso il futuro. Intellettuale cosmopolita e moderno, mantenendo salde le radici a Guasila, ha saputo raccontare i processi di cambiamento e la modernità». Maria Del Zompo , rettrice dell'Ateneo in cui Angioni fu docente, lo ricorda, tra l'altro, come «appassionato custode dei più autentici della nostra identità, punto di riferimento per conoscere e amare la storia del nostro popolo».
«Non conosco uno scrittore sardo contemporaneo che non gli debba qualcosa», dice Marcello Fois . «La sua morte lo ricollocherà nel posto che gli spetta, quello del precursore troppo a lungo svalutato. Quando penso a Giulio penso a un maestro reticente: non aveva alcuna intenzione di insegnarti niente, ma tu imparavi lo stesso. I più furbi di noi hanno imparato moltissimo». Michela Murgia rimpiange «lo scrittore pieno di storie e di storia, il poeta che usava tutte le nostre lingue e lo studioso profondo, ma più di tutto il consiglio e la generosità dell'amico che per primo ha creduto in me». Così Flavio Soriga : «Non era competitivo, né aveva ansia di affermazione. Capiva le persone anche le più semplici: era uno del popolo che sapeva di aver avuto il privilegio di studiare. Era un scrittore, ma soprattutto un uomo meraviglioso. Il cordoglio unanime dei sardi è il tributo più commovente alla sua memoria».
Uomo di cultura e direttore editoriale dell'Unione Sarda, Gianni Filippini ricorda Giulio Angioni come: «grande studioso, docente rigoroso, saggista e narratore di notevole livello. Lascia in eredità l'eccezionale patrimonio delle sue opere. Da estimatore e amico sincero lo ricorderò con profondo rimpianto». «Con la scomparsa di Giulio Angioni la Sardegna perde un intellettuale curioso e appassionato», ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru. (m.a.)