Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I negozi chiusi sono un segnale: i commercianti hanno ragione?

Fonte: L'Unione Sarda
5 gennaio 2017

 

 

I più ottimisti lo dipingono come il futuro del turismo, e i dati non fanno che alimentare la tesi, eppure non è tutto oro quel che luccica. Già, alle grandi navi da crociera si associano grandi numeri, ma questi non si traducono necessariamente in benefici diretti per le attività commerciali, le più interessate - quanto a offerta di beni e servizi - allo sviluppo di un settore che in Sardegna è ancora allo stato embrionale.
Il caso di ieri della Diadema, la nave che nel 2016 ha toccato molto spesso la città, è emblematico. Se solo 400 persone acquistano i pacchetti offerti dalle agenzie (tratti brevi, costo massimo 50 euro), e un migliaio (forse meno) decide di scendere dalla nave per fare una passeggiata in città, evidentemente c'è qualcosa che non torna. Stando alle cifre, le 108 navi da crociera che hanno attraccato al molo Ichnusa nel 2016 avevano a bordo complessivamente 270 mila persone, oltre ai componenti degli equipaggi. Difficile fare una media, certo è che la metà dei passeggeri arrivati sui lussuosi alberghi galleggianti hanno preferito rimanere a bordo, serviti e riveriti dal personale altamente qualificato.
Alla resa dei conti, i negozi che non hanno aperto il 26 dicembre in occasione dell'attracco delle navi, forse non hanno sbagliato. Pagare un festivo ai dipendenti per incassare qualche decina di euro non è il massimo. La buona volontà va bene, ma c'est l'argent qui fait la guerre . E per il momento, salvo rari e sporadici casi, gli operatori commerciali non hanno potuto toccare con mano il ritorno economico di questa nuova frontiera del turismo. Forse ci sarà da aspettare ancora, possibilmente insistendo e investendo, nella speranza che la ruota giri e che alla fine i conti tornino. Chissà. ( v. f. )