Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Città metropolitana al via

Fonte: L'Unione Sarda
2 gennaio 2017

Le competenze della vecchia Provincia di Cagliari sono passate ieri al nuovo ente

 

 

Il sindaco Zedda al lavoro per l'attribuzione delle deleghe

 

 

Il nuovo anno è cominciato con un battesimo politico: da ieri è diventata operativa la Città metropolitana. Con Cagliari altre sedici amministrazioni municipali dell'area vasta lavoreranno per affrontare e risolvere problemi comuni: dai collegamenti ai servizi sociali, dalla raccolta differenziata allo Stato civile, dai temi dell'ambiente e dello sviluppo turistico a quelli altrettanto urgenti della produttività e dell'occupazione. Per dare slancio a questi progetti, l'ex premier Matteo Renzi e il sindaco Massimo Zedda hanno sottoscritto il Patto per Cagliari , che ha una dotazione di 168 milioni. Altra urgenza, che segue il passaggio al nuovo ente di tutte le competenze della vecchia Provincia, riguarda le deleghe che il sindaco Zedda potrebbe dare a consiglieri della maggioranza di centrosinistra, per affiancarlo nel lavoro amministrativo. Fabrizio Rodin, capogruppo Pd in Consiglio regionale e tra i leader del centrosinistra nel Consiglio metropolitano, rimarca una delle caratteristiche dell'ente: «Il suo territorio coincide con quello dell'area vasta, diversamente dal resto d'Italia in cui le città metropolitane coincidono con le vecchie province. Questa dimensione ci consente di poter ragionare come un'unica città».
Un esempio concreto di questo nuovo modo di intendere la politica lo ha fornito proprio il Pd. Rodin: «In Consiglio comunale abbiamo proposto un ordine del giorno per ragionare a livello metropolitano di trasporti affidando al Ctm la gestione integrata dei trasporti in tutta l'area. Discorso analogo può essere fatto per tanti servizi che potrebbero essere gestiti in maniera molto più efficiente su base metropolitana: pensiamo alla rete scolastica e degli impianti sportivi o al coordinamento della protezione civile. Le politiche sociali dei 17 comuni potrebbero essere integrate tra loro, senza snaturare l'identità dei comuni di provenienza».
Pietro Picciau