Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il canyon abbandonato

Fonte: L'Unione Sarda
14 dicembre 2016

TUVIXEDDU. Rientrava nel progetto del parco: è tutto fermo da 10 anni

 

 

 

Attraversa il colle, doveva diventare una strada 

 

 

 

Novecento metri di incuria e abbandono: quanto rimane oggi del canyon che taglia in due il colle di Tuvixeddu, largo fino a dieci metri e costeggiato da pareti che in alcuni punti raggiungono i 30 di altezza. Una striscia di blocchi in cemento armato in diversi tratti sfarinato, arbusti e piante che crescono nella pietra viva, reti in metallo arrugginito, cancelli sbarrati che nascondono alloggi abusivi, edifici completati a metà che dovevano servire come punto di appoggio ai visitatori, bottiglie di vetro e plastica abbandonate dove capita, scarpe buttate sull'erba. Questo è il posto che avrebbe dovuto (e ancora potrebbe) far parte di un grande parco naturale a breve distanza dalle tombe puniche. Un luogo che la maggioranza dei cagliaritani conosce poco (è proprietà privata) ed è sconosciuto del tutto ai turisti stranieri, italiani e sardi.
LA CAVA Scavato dagli anni '50 ai '70 del Novecento dalla società Italcementi, che lì ricavava i blocchi di calcare da trasformare in calce, il percorso, dalla forma a “S”, doveva collegare lo stabilimento per la frantumazione con le cave di Tuvumannu. Più recentemente avrebbe dovuto ospitare una strada utile a mettere in comunicazione via Is Maglias e via Castelli con via Falzarego e poi via San Paolo, buttando giù un pezzo del liceo classico Siotto: ipotesi che faceva parte di una più ampia rivoluzione viaria (e non solo) studiata alla fine del secolo scorso.
IL PROGETTO L'attraversamento della miniera “sant'arennera” era uno dei tre lotti previsti nello studio di riqualificazione urbana e ambientale dei colli di Sant'Avendrace finanziato con decine di milioni di euro. Tutto arenatosi in una controversia politica e giudiziaria decennale costata (per ora) alle casse regionali circa 84 milioni, riconosciuti alla “Nuova iniziative Coimpresa” di Gualtiero e Giuseppe Cualbu come risarcimento per la mancata esecuzione del progetto scaturito dall'accordo di programma siglato nel 2000 con Comune, Regione e privati: 48 ettari sui quali realizzare abitazioni, un parco archeologico (23 ettari) e strade.
LA CAUSA Il piano era rimasto inattuato dopo la decisione, presa nel 2006 dalla Giunta di Renato Soru, di estendere i vincoli della necropoli. Stop a ruspe e camion, cancellate ville e palazzine. Un terremoto per le casse dei costruttori, indebitatisi fortemente per portare avanti i lavori. Ne era scaturito un contenzioso legale ancora in corso: un mese fa era prevista l'udienza per entrare nel merito della causa, cioè lo studio approfondito delle ragioni di entrambe le parti e la valutazione finale sull'eventuale effettivo diritto dell'azienda al risarcimento (il versamento della cifra multi milionaria faceva seguito alla decisione presa da un lodo arbitrale e a un successivo pignoramento), ma l'appuntamento è slittato di qualche mese.
«UN GIOIELLO» Nel frattempo in quella striscia di cemento armato che attraversa il colle da est a ovest nulla è cambiato. «Tuvixeddu è un gioiello», ha detto lo scorso agosto Paolo Frau, assessore all'Urbanistica: «Stiamo lavorando per allargare progressivamente l'area visitabile, fino a includere il canyon e il catino», cioè la depressione dovuta all'estrazione, «prima però si deve completare la copianificazione che impegna ministero per i Beni ambientali, Regione e Comune: è necessario delimitare le aree a tutela totale, quelle a tutela parziale e quelle edificabili. Un lavoro ancora in corso».
VIA CASTELLI Che andrà avanti a lungo, probabilmente: anche il tunnel sotterraneo che doveva mettere in collegamento via Cadello con Tuvixeddu spuntando in superficie su via Is Maglias, all'altezza di via Castelli, è stato realizzato solo in parte. Mentre il lotto riguardante il canyon è bloccato dai vincoli paesaggistici. Il futuro dipende dall'eventuale accordo sul quale stanno lavorando Stato, amministrazione cittadina e regionale: la strada all'interno del colle potrebbe diventare percorribile come previsto inizialmente, subire modifiche che la rendano compatibile ai vincoli oppure essere riportata allo stato originario (nessun passaggio di auto ma una zona parte integrante del parco). Trovare un accordo non sarà semplice perché la discussione comprende l'intera area, sulla quale sorgono un ospedale, abitazioni, le tombe, la cava. Potrebbero servire ancora anni.
Andrea Manunza