Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sciarpe del Cagliari e pupazzi, la lapide come un altare laico

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2016

Nel cimitero di San Michele tra tombe cariche di gadget e aiuole abusive

 

 

Stefano doveva essere un tifoso rossoblu e un simpatizzante del Milan. Sulla sua lapide di giovane uomo morto a 25 anni, il tradizionale arredo di vasetto coi crisantemi bianchi e croce quasi sparisce tra le scolorite figurine di Cabrera e Maldini, gli angioletti di gomma, le coccinelle di plastica, e la foto di lui medesimo, tifoso in posa con la sciarpa del Cagliari. Alessio, invece, defunto a 27 anni, non c'è dubbio che avesse la passione per le due ruote. È ritratto a cavallo della sua moto e poi in primo piano col berretto e la tuta da centauro, circondato da una pioggia di cuoricini rossi e pupazzi di peluche. Addobbi natalizi, invece, sulla lapide di Giuseppe e una girandola colorata sopra la tomba di Mirko.
SIGARETTA TRA LE DITA Dev'essere un segno dei tempi che viviamo, questo annullamento della distanza tra la vita e l'aldilà. I morti non ci guardano più dai ritratti tristi, imbalsamati in pose di trequarti o formato tessera. Adesso occhieggiano da foto vacanze a tutta lapide col mare del Poetto in sottofondo, ci dicono che erano fumatori accaniti (hanno la sigaretta sulle labbra o tra le dita), appassionati di motori e di pallone. In mezzo a rosari, immaginette di santi, spiccano scarpine, foulard, dediche di fidanzate e vedove con tanto di foto-ricordo, come se il morto fosse un soldato al fronte. Fatevi un giro al cimitero di San Michele, la casa dei defunti cagliaritani. Sono centinaia le tombe così. Sepolcri di bambini adornati come le pagine di un diario di scuola; lapidi di ragazzi arredate uguale ai ripiani in camera da letto; sepolture di pensionati allegre come un album della villeggiatura. Occorre dire che più di una volta la direzione cimiteriale ha ordinato che venissero levati oggetti e indumenti appesi alle lapidi più eccentriche, ma il giorno dopo i familiari del defunto ne sistemavano il doppio. Oggetti che Delia Manferoce, responsabile dei servizi cimiteriali, chiama «feticci».
UN LUOGO DI TUTTI «Senza nulla togliere al dolore di ciascuno, è necessario che la gente capisca che questa è la casa di tutti - sottolinea -. Trasferire qui oggetti di vita quotidiana come sciarpe, pupazzetti, adesivi, significa non tenere in conto la sensibilità degli altri imponendo i propri, personalissimi gusti». Su 60 mila sepolture, spiegano dalla direzione, quelle così originali saranno due, trecento. Ma il fenomeno è in crescita e apposta nel nuovo regolamento dei servizi cimiteriali, in vigore da qualche giorno, l'articolo dedicato al decoro impone il divieto di appendere sulle lapidi “indumenti e oggetti di pertinenza propria o di altri”. Ma è una linea morbida quella che il Comune intende seguire. «Il regolamento va applicato e per questo - avvisa l'assessore agli Affari generali Danilo Fadda - dobbiamo avviare una campagna di sensibilizzazione perché la cittadinanza si abitui a rispettare il cimitero».
GLI ABUSI EDILIZI Per non parlare del pullulare di madonnine e padri Pio che troneggiano negli altarini chiusi dal reticolato per galline disposto su certe aiuole. Cappellette costruite con le tettoie di plastica o in cima a basamenti di calcestruzzo. Veri e propri abusi edilizi, visto che lo spazio verde tra le file di loculi viene occupato senza autorizzazione. Una specie di pertinenza davanti alla lapide, con tanto di nome del defunto perché si capisca di chi è l'aiuola. Il foglio di carta appallottolato e gettato via, che sempre sta vicino a questi altarini, è l'avviso della direzione del cimitero la quale ricorda che “non è consentito collocare vasi o altri arredi alla base delle tombe, nei camminamenti e nelle aiuole” e ne impone “la rimozione”. Invariabilmente, però, quel che viene levato è appunto l'avviso, il resto sta gloriosamente dov'era. E dire che di giardinetti curati in grazia di Dio ce ne sono. «Alcuni proprio dai cittadini - spiega la responsabile dei servizi cimiteriali -. C'è stato un signore che nell'aiuola davanti al loculo della moglie aveva sistemato delle belle piante ornamentali». Il signore non c'è più. Non è sepolto accanto alla compagna della sua vita, ma quelle piante sono sempre di un verde brillante.
I GIOCATTOLI A BONARIA «È lo specchio della società, dello spirito del tempo in cui viviamo». Nicola Castangia, coordinatore dei Servizi di valorizzazione del cimitero monumentale di Bonaria, conosce questo luogo della memoria come le sue tasche. «Qui si avverte il distacco generazionale, si viene a vedere la tomba dei trisavoli. A San Michele no - sottolinea -, lì il dolore è un'esperienza più vicina». E chissà chi ha poggiato un giocattolo nuovo sulla tomba del piccolo Marcello, morto a due anni nel 1938. C'era solo un angioletto di marmo nella sepoltura originale. Decenni dopo qualcuno ha poggiato un cagnolino di ceramica, e dopo ancora un minuscolo camion in plastica ormai del tutto scolorito.
Piera Serusi