Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il futuro comincia oggi Opportunità e pericoli della Città metropolitana

Fonte: L'Unione Sarda
26 settembre 2016

Amministratori ed esperti alla festa della Cgil: «È l'ora dei contenuti»

 


L'area c'è, e comprende 17 Comuni (e 430 mila residenti). C'è la metropolitana, che però ne tocca soltanto tre, ignorando oltretutto la terza città della Sardegna, cioè Quartu. Anche l'Area metropolitana c'è, ma ancora non abbastanza ricca di contenuti, e tutti confidano che arriveranno dopo il 23 ottobre, quando sarà eletto il nuovo Consiglio metropolitano ridotto a quattordici componenti, con Massimo Zedda sindaco del nuovo ente. Disegnata nei suoi confini, quasi dotata di organi di governo “definitivi”, facilitata nel concorrere ai fondi europei per gli investimenti, ora l'Area metropolitana deve diventare qualcosa di pratico, che i cittadini possano toccare con mano nella vita di tutti i giorni. Come farlo, soprattutto come farlo in fretta, è stato l'argomento che ieri mattina - alla festa della Cgil, in piazza del Carmine - ha coinvolto amministratori, esperti, sindacato e mondo dell'Università. In prima linea sono i trasporti, ovviamente, considerato che Comuni diversi possono lavorare come se fossero soltanto uno a condizione che la mobilità dei residenti sia rapida e garantita.
FINE DEI CAMPANILI La Città metropolitana, come ammonisce il segretario della Camera del lavoro Carmelo Farci, è prima di tutto «un salto culturale, la rinuncia ai campanilismi e alle logiche di contrada, un'occasione per l'occupazione». Su questo punto, al dibattito moderato dalla capocronista de L'Unione Sarda, Maria Francesca Chiappe, tutti sono d'accordo. Cambiano le ricette, talvolta si affiancano l'una all'altra.
LE OPPORTUNITÀ Il sindaco, Massimo Zedda, cita uno studio della fondazione Ambrosetti: «L'Area metropolitana comporta un aumento del Pil dell'1,2 per cento nei luoghi lontani 180 minuti di percorrenza, come Olbia, e del 2 per cento a 45 minuti, cioè Oristano. Per le opere pubbliche di Cagliari», aggiunge il sindaco, «lavorano aziende di tutta l'Isola, e fornitori di diverse località sarde. Con l'aumento dei fondi europei, e con i 168 milioni a disposizione del nuovo ente grazie al Patto per il Sud, questo quadro potrà soltanto migliorare». Di prodotto interno lordo parla anche la rettrice, Maria del Zompo: «I picchi più alti combaciano con quelli dell'alta formazione, cioè le Università. Trasporti efficienti e alloggi per studenti sono fondamentali, perché il progresso non può prescindere dalla cultura».
LE SFIDE Non che ci sia grande fiducia, in giro, nei confronti degli amministratori pubblici, ma anche questo è un traguardo che la Città metropolitana propone: «È una sfida», conferma Francesco Porcu, segretario regionale della Cna, «per restituire credibilità alle istituzioni, coinvolgendo i cittadini». Certo, le opportunità offerte dall'Area metropolitana dovranno aiutare gli studenti universitari: «Serve una città smart, servono i campus universitari», fa notare il docente del dipartimento di Scienze economiche aziendali dell'Ateneo, Fabio Cirina, «il nuovo ente deve lavorare per attrarre studenti dal resto d'Italia». Peraltro, un progetto per quanto riguarda i ragazzi nordafricani esiste già, sottolinea la rettrice Del Zompo. I soldi, almeno un po', arrivano: «Ci sono 45 milioni di euro per il progetto di riqualificazione urbana “Investimento territoriale integrato Is Mirrionis”, butta sul piatto Marco Naseddu, del Centro regionale di programmazione, «poi ci sono altri 40 milioni di un Piano operativo nazionale per la Città metropolitana. Inoltre, ci sono quasi 13 milioni per la metropolitana di superficie», Sarebbe meglio investirli, piuttosto che limitarsi a spenderli, ma questo è sottinteso. E Franco Martini, della Cgil nazionale, sogna (e propone al Governo) un «Piano di emergenza sociale da 30 miliardi di euro per servizi alla persona e cultura, a vantaggio dell'occupazione giovanile e femminile. Ma questi fondi devono finanziare progetti precisi e ben fatti». Ma non è facile, in un Paese (e in una Regione) dove la mancanza di progetti fa sfumare finanziamenti già faticosamente ottenuti, ma questa è un'altra storia. Anzi, è la stessa.
Luigi Almiento