Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Renzi: Olimpiadi, storia chiusa

Fonte: L'Unione Sarda
23 settembre 2016

La Capitale pronta a ospitare gli Europei del 2020. Lo staff M5S: «Vicenda diversa»

 

Malagò oggi a Cagliari, baciamano a Raggi: «Nessun piano B»

 

ROMA Non è bastato un baciamano a favore di fotografi a smorzare la tensione tra i grandi duellanti di Roma 2024. Il beau geste del presidente del Coni, Giovanni Malagò, alla “rivale” Virginia Raggi - il giorno dopo il suo no alle Olimpiadi - è servito solo a riportare il dibattito nei confini del bon ton senza però cancellare forti contrapposizioni. E se Malagò, oggi a Cagliari per il Trofeo Coni, ha escluso un “piano B” per portare avanti la candidatura ai Giochi senza il consenso della Giunta (ipotesi definitivamente archiviata da Matteo Renzi: «È una storia chiusa»), resta aperta una questione non di poco conto: un possibile procedimento per danno erariale per le spese affrontate dal comitato promotore. «Se citati reagiremo», fanno sapere del Campidoglio.
L'INCONTRO A meno di ventiquattr'ore da un acceso scontro a distanza, Malagò e Raggi si sono trovati faccia a faccia per la presentazione del logo di Roma agli Europei di calcio del 2020. In occasione del sessantesimo anniversario della manifestazione è in programma un'edizione “itinerante”, divisa tra 13 città del Vecchio continente, compresa Roma con quattro gare da disputare allo Stadio Olimpico. I due “nemici” si sono incrociati velocemente e il capo dello sport italiano ha salutato la prima cittadina con un elegante baciamano. Lo stesso Malagò, poco prima, aveva ribadito le critiche alla Raggi («una persona che non ha avuto fiducia») senza però infierire sulle foto che mostrano la sindaca a pranzo mentre la delegazione del Coni la aspettava in Campidoglio («non è quello il problema»). Nessuna polemica neanche sulle parole del deputato M5S Alessandro Di Battista che, con crudo linguaggio romanesco, lo aveva definito «un coatto» («la mia vita e il mio stile dicono qualcosa di diverso»). Virginia Raggi si è mostrata sorridente e si è detta «orgogliosa» di accogliere a Roma gli Europei di calcio. A scanso di equivoci, il vicesindaco Daniele Frongia ha voluto chiarire la posizione della Giunta capitolina davanti a due eventi «profondamente diversi sia sotto l'aspetto urbanistico che sotto quello economico e finanziario». Ecco perché «non c'è nessuna contraddizione» a dire sì a Euro 2020 e no alle Olimpiadi.
IL FUTURO Il no della Giunta lascerebbe aperto un “piano B” per andare avanti lo stesso con la candidatura di Roma 2024. «Non è la strada giusta, perderemmo credibilità», ha tagliato corto Malagò. Ci ha pensato poi Renzi a chiudere il caso. «Nessuno di noi intende fare le Olimpiadi contro l'amministrazione comunale che deve ospitarle», ha chiarito Renzi a “Otto e mezzo”, su La7. «Il no della Raggi non mi sorprende ma mi amareggia», i Giochi sarebbero stati «una grande opportunità e il fatto che non si possano fare perché qualcuno ruba è impressionante. È come se i grillini dicessero: non riusciamo a cambiare le cose». Insomma, «il capitolo Olimpiadi è chiuso: se il sindaco ha detto di no credo che abbiamo la certezza che la maggioranza in Consiglio dica no».
CARTE BOLLATE La partita è finita, quindi, ma non vuol dire che non potrebbe avere strascichi. C'è il rischio, come lasciato intendere ai piani alti dello sport italiano, di un possibile danno erariale da chiedere ad assessori e consiglieri comunali che approveranno la mozione del “no” dopo i soldi pubblici già spesi in questi due anni dal comitato promotore per portare avanti la candidatura. «Io non chiedo niente a nessuno - non si è sbilanciato più di tanto il presidente del Coni - diciamo solo che se qualcuno si rivolge a noi chiedendoci perché abbiamo fermato questo percorso, dobbiamo girare il problema a chi lo ha fatto fermare». Il presidente della commissione Sport di Roma Capitale, consigliere del M5S, Angelo Diario, si è detto tranquillo: «È un'ipotesi remota, che non prendo neanche in considerazione. Non mi risulta che si sia mai verificato che un ritiro da una partecipazione abbia mai portato a un procedimento legale a carico di chi lo ha deciso». Intanto il Codacons - che ha effettuato un sondaggio secondo il quale i romani sarebbero largamente favorevoli ai Giochi - ha preannunciato un ricorso al Tar del Lazio «contro qualsiasi delibera del Consiglio comunale che ritiri la candidatura di Roma senza aver prima valutato i progetti e ascoltato l'opinione dei romani». (p. st.)