Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rassegnazione dopo il tifone

Fonte: L'Unione Sarda
19 settembre 2016

PIRRI. Iniziata la conta dei danni mentre si cerca di tornare lentamente alla normalità

 

 

 

Gli abitanti: negli ultimi anni la situazione sembra peggiorata 

 

 

Passata la rabbia, a Pirri regna la rassegnazione. I piani anti alluvione, le vasche per la raccolta dell'acqua, gli incontri e le discussioni sembrano servire a poco davanti alla forza dell'acqua. «Forse», esordisce Giuseppe Podda, da 36 anni residente in via Balilla, «qualcuno si è dimenticato della crescita enorme di Pirri. Il sistema fognario è rimasto identico ma le abitazioni che utilizzano gli scarichi sono cresciute in modo esponenziale». Chi ha vissuto tutte le alluvioni negli ultimi ottanta anni è la famiglia che gestisce il bar Mariuccia. «Siamo in piazza Italia dal 1937», ricorda Gabriella Saddi. «Ne abbiamo viste di tutti i colori ma non è mai cambiato nulla. Anzi. La situazione sembra peggiorata».
CONTA DEI DANNI A poco più di ventiquattr'ore dal nubifragio, cittadini e commercianti di Pirri cercano di ritornare alla normalità. I segni della violentissima pioggia del giorno prima sono ancora evidenti. In molti negozi si lavora per asciugare i locali e rimettere in funzione macchinari. «Ho perso l'auto e materiali per seimila euro», spiega Andrea Martin Scioni dell'attività Casa energia di via Balilla. Gestisce due negozi: uno è stato sistemato, il secondo è ancora una cantiere, con il pavimento invaso da acqua mista a fango. «Abbiamo perso una giornata di lavoro», dice Luciana Montis dalla pasticceria Da Alfredo. «Cosa devo dire: siamo quasi rassegnati. Abbiamo protetto il negozio con delle paratie. Questa volta ci è andata bene: l'acqua è entrata, allagando il pavimento ma senza raggiungere in altezza gli strumenti da lavoro. Siamo qui dal 1991 e abbiamo vissuto tutte le alluvioni. Questa volta ci ha sorpreso non aver ricevuto nessuna comunicazione di allerta meteo».
CORRENTE ELETTRICA In alcune zone di Pirri è anche saltata l'energia elettrica. Anche questo ha provocato danni. Dal bar Mariuccia, Gabriella Saddi punta il dito anche contro i lavori per il rifacimento dell'asfalto di via e piazza Italia: «Ogni volta si sistema uno strato di asfalto su quello vecchio. In tutti questi anni il livello della strada si è alzato di parecchio. Penso sia necessario un intervento anche in questo senso. Le due nuove vasche? Forse sono servite, ma si sono riempite rapidamente: sembra che l'acqua uscisse dalle vasche». Giuseppe Podda aggiunge: «Per proteggere la nostra casa al piano terra, dopo l'alluvione del 2008, abbiamo ordinato delle paratie speciali fatte arrivare dal nord Italia. Altro accorgimento: cerco sempre di parcheggiare l'auto in una zona alta di Pirri. I vasconi? Aiutano, ma non bastano per contenere la quantità d'acqua che arriva durante un'alluvione». Gabriella Pilleri, da via Su Planu, spiega: «Se non passano a pulire i tombini e le fogne la situazione degenera rapidamente». Maria Paola Mascia sospira: «Si sperava negli ultimi interventi. Visto il risultato, sembra non sia cambiato nulla». Anche Stefania Saddi, dalla profumeria Paola, sbotta: «Dal 2008 non è cambiato nulla. E questa volta non siamo stati avvisati dell'arrivo del nubifragio».
SANTA TERESA Nel rione di Santa Teresa si osserva il cielo sperando nella clemenza di “Giove pluvio”. «Se dovesse riprendere a piovere ci ritroveremo le nostre abitazioni allagate». In via Trexenta quattro palazzine comunali sono senza copertura. «La ditta che sta svolgendo i lavori», evidenziano Pasquale Cappai e Anna Maria Cherchi, «ha tolto l'amianto da tutte e quattro le palazzine. L'intervento però non è stato completato e dunque quando piove l'acqua filtra dal tetto e allaga gli appartamenti». «Un disastro», aggiungono Bruno Sollai ed Elena Locci. «Siamo i poveri delle case popolari. Due settimane fa erano intervenuti anche i vigili del fuoco per verificare eventuali danni alla struttura, dopo un acquazzone che aveva provocato l'allagamento di alcune case». Dopo aver asciugato e ripulito le abitazioni, in via Trexenta c'è molta paura: «Le cantine si allagano subito. Non solo. L'acqua filtra anche dalle prese della corrente elettrica. Rischiamo la vita». Foto e filmati con i telefoni cellulari raccontano molto meglio quanto avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì: acqua a fiumi dal soffitto e dai lampadari. «Siamo costretti a sistemare secchi e bacinelle in tutte le stanze. Questa non è vita».
Matteo Vercelli