Rassegna Stampa

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Mille cagliaritani a rischio droga: "La situazione è drammatica"

Fonte: web Castedduonline.it
9 settembre 2016

 


Inchiesta di Alessandro Congia sul pianeta droga a Cagliari dopo le morti di overdose. Lo psichiatra Diana: 600 i dipendenti da eroina in città. L'assessore Nando Secchi: il Comune entrerà dentro le scuole con importanti progetti sociali e di inclusione

Autore: Alessandro Congia il 08/09/2016 17:06

 


Si muore ancora per overdose, per la cronaca la seconda vittima di ieri sera, (intorno alle 21), è un 48enne trovato riverso per terra privo di vita, al Colle di San Michele. Pochi giorni fa, stessa analoga situazione: muore un 50 enne stroncato da una fatale dose sparata sul braccio, stavolta nei giardinetti Ge.Scal. di via Cornalias. In entrambe i casi, i soccorritori del 118 giunti sul luogo maledetto, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Stesso problema, stesso posto, stessi drammatici episodi e atteggiamenti di debolezza, dipendenza, devianza.

EMERGENZA DROGA. C’è da domandarsi cosa sta realmente accadendo da un paio d’anni a questa parte, nel quadrilatero che unisce Is Mirrionis, San Michele, via Quirra, Serbariu, Serpieri, Piovella fino a Monte Claro. In mezzo e ai rispettivi lati, ci sono le case dello spaccio, i bunker tra via Seruci, Timavo e Premuda: la “merce” è variegata, tra hashish, marijuana e coca, c’è quella “più povera”, l’eroina, dai cinque ai dieci euro ci si porta via la dose, si recupera una siringa e ci si apparta dove capita, in strada, in piazza o nascosti tra auto o cespugli fa poca differenza. Pochi minuti ed è fatta, sangue che scorre tra il braccio, c’è chi si rialza barcollante e chi invece no, non ce la fa. Muore nel dolore, perché sotto i lenzuoli bianchi stesi dai poliziotti o dal personale del 118, si intravvedono visi dal pessimo colorito, contrazioni di occhi e bocca di chi pochi minuti prima ha sofferto. E anche tanto.

LE BATTAGLIE. Da un lato c’è chi è caduto nel tunnel e stenta ad uscirne, dall’altro c’è chi invece ci deve convivere con i tossici, con le centinaia di siringhe sporche di sangue sparse ovunque, dentro i giardini delle case, delle palazzine, sulle aiuole e marciapiedi, con il rischio continuo di pungersi. Per mamme e bambini ancora peggio, per gli anziani (i più vulnerabili e indifesi), il rischio di aggressioni e rapine anche in pieno giorno.  Dall’atra parte della barricata, ci sono le Istituzioni, il Comune, l’assessorato ai Servizi Sociali, le forze dell’ordine, quest’ultime più logisticamente operative in questi ultimi mesi, con controlli al setaccio dei rioni per arrestare spacciatori, vedette e distogliere i tossici dal drogarsi in mezzo alla gente, che si lamenta da anni. Troppi anni.

SERD – ASL 8. Il dottor Massimo Diana, psichiatra e responsabile del Servizio Dipendenze della Asl di via Liguria e Valenzani, da tanti anni si occupa di droghe e dipendenze varie, tra Iglesias, la zona di Nuoro e attualmente nel capoluogo cagliaritano ne ha viste davvero tante di situazioni: “ Ad oggi – spiega – abbiamo in carico circa 1000 pazienti (dipendenze da cocaina, alcol, fumatori) e circa 500-600 solo di eroina. Occorre evidenziare che più frequentemente chi muore per overdose sono quelle persone che non sono in trattamento, chi assume il metadone diciamo che è più “protetto”, quindi rimangono a rischio gli altri, che magari trovano lo spacciatore che vende eroina più pura che diventa poi mortale. C’è poi da dire – prosegue il dottor Massimo Diana – che i tossicodipendenti stanno già male per altre patologie, perché hanno un organismo debilitato da molto tempo. Resta sempre un avvertimento da fare e da non sottovalutare, la cannabis spesso è la porta per altre sostanze ancora più pericolose. Nelle nostre strutture c’è un equipe che giornalmente segue i pazienti e le loro famiglie con attenzione massima, alcune volte però si ha quasi la paura di non chiedere aiuto”.

DAL COMUNE. “Sono notizie quelle di questi giorni – afferma l’assessore ai Servizi Sociali, Ferdinando Secchi – drammatiche e tristi, ma è alla base la cultura della famiglia, fin da piccoli o da giovani i ragazzi devono essere seguiti attentamente dai genitori, per risolvere il problema alla radice, senza le cosiddette devianze. Come amministratori entreremo ancora una volta dentro le scuole con importanti progetti sociali e di inclusione, tutto parte dall’universo scuola-famiglia. Per quanto riguarda gli adulti in queste difficili situazioni di tossicodipendenza, occorre la volontà di chiedere aiuto, alle Istituzioni, avere il coraggio di dialogare con gli assistenti sociali e le altre realtà sia assistenziali che mediche e di recupero. Insieme si possono evitare queste dolorose vicende che ancora una volta affliggono la nostra città”.