Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio a tempo da 8 milioni

Fonte: L'Unione Sarda
1 settembre 2016

Attesa in Consiglio comunale la variante Puc sulla nuova destinazione d'uso del suolo

L'impianto provvisorio nei parcheggi dei distinti del Sant'Elia 

La Sardegna come la Germania, Sant'Elia come Colonia. Mentre il nuovo stadio da cinquantacinque milioni di euro crescerà sulle macerie del vecchio campo, al suo fianco sarà lo stadio temporaneo a ospitare le partite del Cagliari e accogliere i tifosi. Un impianto, quest'ultimo, da otto milioni, che la società di Tommaso Giulini inizierà a innalzare quando avrà completato lo smontaggio (mai voluto dall'imprenditore e dal club) della tribuna di Quartu, la cosiddetta main stand di Is Arenas che proprio in questi giorni gli operai hanno iniziato a smantellare.
IL FUTURO «Proprio come a Colonia - conferma Stefano Signorelli, consigliere d'amministrazione del Cagliari Calcio con delega alle infrastrutture - la squadra giocherà nel campo provvisorio mentre a pochi passi funzione il cantiere per il nuovo stadio. Siamo in attesa delle varianti urbanistiche che dovranno essere approvate dal Consiglio comunale e poi partiranno i lavori». Correzioni in corso d'opera sulla destinazione d'uso del suolo che dovranno essere esaminate dall'Assemblea civica, come ad esempio per la zona dei parcheggi dei distinti dove sarà rimontato lo stadio temporaneo.
L'OPERA I tempi? Se tutto procederà celermente come si augurano la società e le migliaia di tifosi, le opere dovrebbero partire nel 2017. «Vorremmo riuscire ad avviare i lavori a febbraio», dice Signorelli , che sfodera il condizionale ben sapendo che l'avvio dell'opera dipende da numerose variabili custodite dalla burocrazia.
Intanto a Is Arenas si lavora di gran lena per smontare la tribuna. Le apparecchiature saranno sistemate momentaneamente in una zona presidiata per poi essere trasferire a Sant'Elia. Un lavoro che dovrà essere svolto in 120 giorni (a partire dal primo giugno) come deciso dal Tar e non più in novanta come chiesto dal Comune. Il Tribunale amministrativo, a cui il Cagliari si era rivolto per chiedere una proroga dei tempi, insomma, ha messo fine alla querelle tra le parti concedendo alla società di Giulini tempi maggiori per liberare il terreno di Is Arenas.
Al Cagliari Calcio ammettono la sconfitta . Ma rilanciano. Una batosta che riguarda non la società ma solo e soltanto lo sport e i tifosi.
DAL CDA Stefano Signorelli non vuole addentrarsi nel labirinto delle polemiche infinite ma neppure far passare verità di parte. Di più, della controparte chiamata Comune di Quartu. La sua è una lunga storia raccontata e supportata dai documenti. Con una premessa. L'ideale sarebbe stato restare a Quartu, in uno stadio temporaneo da completare e valorizzare - come da convenzione - e non certo da smantellare.
I GIUDICI «Intanto non è vero che il Comune abbia vinto il ricorso al Tar. È vero invece che abbiamo chiesto una proroga per smontare l'impianto e la proroga ci è stata concessa. Lo smontaggio della tribuna è un atto dovuto visto che il nostro impianto si trova in un terreno non di nostra proprietà. La verità è che potevamo avere il Cagliari a Quartu, una struttura più efficiente ma non è stato possibile. Quando si è insediata la nuova amministrazione ci siamo resi disponibili. Abbiamo avuto una lunga serie di incontri non che non hanno dato gli esiti sperati».
IL CONFRONTO Il 23 gennaio il primo incontro con il sindaco Stefano Delunas. Alla fine ci è stato detto: “Parlate con i nostri legali”. E questo per i noti problemi giudiziari in atto legati agli abusi edilizi ereditati dal Cagliari di Giulini. L'abbiamo fatto, chiedendo intanto di poter esaminare il progetto autorizzato per Is Arenas del 18 luglio 2012. Inoltre abbiamo fatto tre richieste: conoscere la disponibilità del Comune per via Olimpia e la possibilità che si realizzasse lo stradello per il deflusso della tifoseria ospite imposto dalla Commissione di vigilanza. Condizioni fondamentali per iniziare la spesa. l primo marzo la risposta ufficiale del Comune: il progetto non è stato rinvenuto. Da allora ad oggi, silenzio. Noi, di certo, non volevamo andar via da Is Arenas».
Insomma, il progetto non si trova.
La realtà è quella di questi giorni. Ruspe accese e operai al lavoro a Is Arenas. «Lasceremo tutto in modo decoroso, ma non ci chiamino per realizzare le opere indicate in concessione». Per la pista d'atletica Quartu dovrà attendere.
Andrea Piras