Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I barbari della spiaggia Quarta fermata, ogni sera resta un letto di rifiuti

Fonte: L'Unione Sarda
5 luglio 2016

POETTO. I gestori dei chioschi: «Qualcuno intervenga, basta degrado»


I cestini per i rifiuti li usano, ma a modo loro: ne staccano i coperchi colorati (blu e verdi) e li conficcano nella sabbia per delimitare delle porte da calcio. Su quel campo improvvisato si disputano partite undici contro undici, ad alto tasso agonistico: «Spesso gli ospiti del nostro solarium si lamentano per le pallonate», racconta Mattia Piludu dell'Oasi Cafè.
SFREGIO Poetto, quarta fermata. Qui, ogni sera, quando la spiaggia si svuota, resta un paesaggio desolante: bottiglie, lattine, tovaglioli di carta, vaschette di plastica, sacchetti di patatine, pallottole di stagnola, avanzi di cibo. Mercoledì scorso c'era pure un ombrellone rotto, e la scena faceva pensare più a una rissa che a una giornata di mare. Festa grande, per i gabbiani. Anche i bagni pubblici, l'unico blocco che si trova fra lo stabilimento della Marina e il Twist, a fine giornata offrono uno spettacolo assai poco piacevole. Un paesaggio degradato che dura lo spazio di una notte: ogni mattina, tra le 8,20 e le 8,30, gli addetti del Comune ripuliscono. Ma restano lo sfregio a una spiaggia su cui l'amministrazione ha investito moltissimo, incorniciandola con un lungomare che la valorizza, e il danno all'attività serale dei chioschi. «La sera proponiamo ai nostri clienti aperitivi e cene - prosegue Piludu - e non è il massimo mangiare un piatto di spaghetti all'astice davanti a questo schifo». Per l'Emerson c'è il problema dello scirocco, quest'anno frequentissimo: «Cartacce e bottiglie vengono spinte verso il nostro stabilimento», rimarca Alessandro Murgia: «Dobbiamo pulire in continuazione».
BRANCHI I possibili colpevoli? «Da anni - racconta Alessandro Murgia dell'Emerson - in questo tratto di spiaggia libera si registra un'alta concentrazione di ragazzini». Gli stessi di cui parla Piludu: «Vengono qui ogni giorno dalla chiusura delle scuole». Ed eccoli, infatti, radunati a branchi di 10-20 in accampamenti realizzati accostando sei-sette ombrelloni. Hanno, a occhio, fra i 15 e i 18 anni: maschi che hanno mutato voce da poco e ostentano una virilità malcerta e frenetica e femmine che esibiscono gli attributi di una sessualità acerba. Se non ti mostri tosto/tosta, in questo contesto, è difficile essere accettato/accettata. All'ora di pranzo banchettano con snack, patatine in sacchetto, tramezzini acquistati al vicino market come l'acqua e le bibite gassate, panini portati da casa e avvolti nella stagnola. I primi contenitori giacciono già sulla sabbia ai bordi degli accampamenti: nessuno, né maschio né femmina, fa la mossa (che probabilmente passerebbe per debolezza) di sollevarsi e percorrere poche decine di metri sulla sabbia rovente fino ai cestini e depositire lì i rifiuti.
VIGILI «Basterebbero due vigili in borghese», sospira Murgia. Come quelli che dall'anno scorso, indossando anonimi costumi da bagno, elevano multe clamorose ai fumatori indisciplinati che scambiano l'arenile per un portacenere. «Sa quante volte abbiamo chiamato Municipale, 112 e 113?», si accalora Piludu: «Ci rispondono che sì, appena possibile manderanno una pattuglia, ma poi non passano mai».
A MUSO DURO Che poi, se passassero, le pattuglie, sarebbe difficile attribuire singole responsabilità ai singoli ragazzi. Certo, i vigili in costume potrebbero cogliere sul fatto qualche sporcaccione e sanzionarlo. Ma la sensazione è che il problema non si risolva senza sanzione sociale: ci vorrebbe un vicino di ombrellone che rimproveri gli incivili. «Ci abbiamo provato», sospira Piludu: «Ma in tutta risposta abbiamo ricevuto male parole e l'invito deciso a farci i fatti nostri». Bisogna stare attenti. È la legge del branco.
Marco Noce