Rassegna Stampa

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Elezioni Cagliari, la partita comincia ora. In sette contro Massimo Zedda

Fonte: web sardiniapost.it
29 marzo 2016

 

Tribunale di Cagliari, mercoledì 23 marzo: il giudice Claudio Gatti, presidente della prima sezione penale, legge la sentenza che assolve Massimo Zedda dall’accusa di abuso d’ufficio nel processo Lirico, perché “il fatto non sussiste“. È in quel momento che tramonta la via giudiziaria contro il sindaco di Cagliari, la cui ricandidatura, per la legge Severino, non sarebbe stata possibile in caso di condanna. Ma a tramontare è pure la speranza del centrodestra di credere in un ‘miracolo’ in grado da riaprire una partita elettorale che è parsa sempre molto complicata.

E lo è tuttora. Perché se Piergiorgio Massidda, alla fine, ce l’ha fatta a portarsi dietro Forza Italia e anche i Fratelli d’Italia, si troverà con degli alleati costretti a rinunciare ai simboli nazionali, alleati che lo sosterranno tra divisioni e tensioni interne. A febbraio, infatti, quando a Massidda è arrivato l’endorsement del coordinatore regionale azzurro Ugo Cappellacci, il gruppo consiliare del partito non ha gradito: contro la decisione si sono schierati  tutti i quattro esponenti forzisti di Cagliari (Giuseppe Farris, Maurizio Porcelli, Anselmo Piras e Stefano Schirru). Sulla stessa posizione Alessandra Zedda e Alberto Randazzo, rappresentanti della massima assemblea sarda, e l’eurodeputato Salvatore Cicu.

I movimenti interni a Forza Italia sono tuttora in corso. Massidda, al momento, pare aver recuperato due dei dissidenti: Schirru e Randazzo. Il primo si candiderà in una delle liste che appoggiano l’ex senatore azzurro; il secondo ha preferito seguire la linea maggioritaria del partito. E questo dopo che Giovanni Columbu, presidente del Psd’Az, ha deciso di rinunciare alla candidatura a sindaco che gli era stata proposta a marzo, facendo così sfumare l’ipotesi di una “alternativa azzurra”.

Gli anti-massiddiani rimasti in Forza Italia potrebbero invece sostenere Pierpaolo Vargiu, il deputato montiano dei Riformatori che per tutto lo scorso autunno sembrava dover diventare il leader del centrodestra. Ma contro il parlamentare ha pesato il sostegno al governo di Matteo Renzi, un’alleanza romana difficile da spendere in Sardegna. Vargiu guida la civica CA_mbia che punta a intercettare i delusi della politica, quel 50 per cento di potenziali astensionisti. Ma sul voto strutturato i consensi verranno pescati nello stesso campo di Massidda.

Di certo, dopo l’assoluzione, Massimo Zedda dovrebbe intensificare le sue uscite pubbliche. Finora sono state poche, benché il centrosinistra lo avesse riconfermato alla guida della coalizione sin dall’autunno. Zedda, d’altra parte, è sempre parso molto sicuro del fatto suo: a differenza degli avversari può giocarsi i risultati di cinque anni di amministrazione e nel suo entourage non si nasconde la speranza che la vittoria possa arrivare al primo turno.

Per conquistare il Municipio di via Roma si sfideranno in otto e da qui all’apertura delle urne (l’ultima domenica di maggio o la prima di giugno) non ci dovrebbero essere più sorprese. Oltre a Zedda, Massidda e Vargiu, sono candidati Alberto Agus, Paolo Casu, Enrico Lobina, Antonietta Martinez e Paolo Matta.

A sinistra di Zedda c’è solo Lobina, l’unico in grado di fare breccia sull’elettorato antagonista che nel 2011 sostenne l’attuale capo della Giunta cagliaritana e contribuì a strappare il governo del Comune al centrodestra, dopo vent’anni. In città se lo ricordano tutti quell’adesso tocca a noi col quale Zedda girò piazze e quartieri battendo, insieme a Massimo Fantola, anche il potere elettorale delle famiglie borghesi e moderate. Lobina, eletto cinque anni fa nella coalizione di Zedda attraverso Sinistra sarda, è a capo della civica “Cagliari città capitale”.

Alle Comunali di Cagliari si presenterà pure il “Popolo della famiglia” guidato da Mario Adinolfi, come annunciato a marzo: Alberto Agus, avvocato di professione, è componente di “Giuristi per la vita”, l’associazione che si batte contro la fantomatica ideologia gender.

Del tutto spuria, invece, la coalizione di Paolo Casu, proprio per via del passato del consigliere comunale uscente e candidato a sindaco. Casu aveva cominciato coi Riformatori, poi era passato a Sel e ancora nel Psd’Az. Infine è approdato nel gruppo misto. A fine novembre, quando ha ufficializzato la propria corsa, ha promesso trenta liste.

Antonietta Martinez, commerciante nel settore dell’elettronica, è la candidata del Movimento 5 Stelle: ha vinto le Comunarie dello scorso marzo, raccogliendo 150 voti sui 207 totali. La sostengono le parlamentari Manuela Serra ed Emanuele Corda, mentre il senatore Roberto Cotti spingeva per l’avvocato Emilio Floris.

Infine, il movimento la Quinta A, di stretta osservanza cattolica: giovedì sera, intercettato alla processione delle sette chiese, Paolo Matta, stampacino doc, ha confermato la propria corsa elettorale.

E se l’astensionismo, da una lato, potrebbe incidere sul voto, con le Amministrative 2016 cambierà anche la composizione dell’Assemblea municipale: non più 40 consiglieri ma 34. Per entrare nella ripartizione dei seggi le coalizioni dovranno superare lo sbarramento del 3 per cento. E tanti sono i partiti che in campagna elettorale promuoveranno la doppia preferenza di genere per equilibrare la composizione dell’Aula.

Alessandra Carta
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