Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Università contro i tagli

Fonte: L'Unione Sarda
21 marzo 2016


Maria del Zompo: i nostri laureati sono preparati - La rettrice difende la bontà dell'offerta dell'ateneo

 

Chissà, forse li hanno chiamati “rettori” perché devono reggere malgrado i tagli sanguinosi dei finanziamenti statali alle Università. E dev'essere perché finora ci sono riusciti, che spetta loro anche il titolo di “Magnifico”. «Però a tutto c'è un limite: con i nuovi sfoltimenti di fondi, stanno tentando di trasformarci in becchini dei nostri Atenei», sbuffa Maria del Zompo, da quasi un anno rettrice (questo sostantivo al femminile non nuoce alla salute, come certificano i linguisti dell'Accademia della Crusca) dell'Università cittadina.
I tagli sono stati decisi dopo che siete stati valutati.
«Chiediamoci da chi: da un'Università privata inglese, che modifica i parametri a seconda delle proprie esigenze. Vogliamo essere valutati, noi e i nostri 25 mila studenti, ci mancherebbe. Però lo si faccia sulla base di parametri realistici».
Non lo sono?
«Non credo che lo sia, tanto per fare un esempio, il numero di studenti residenti in regioni confinanti che si sono iscritti al nostro Ateneo».
Siamo un'isola.
«Non mi sfuggiva, ma non posso dire altrettanto per i valutatori. L'Università cagliaritana è più penalizzata di altre, ma non esiste un Ateneo che possa farcela con le elemosine statali. Nessuna istituzione, in Italia, ha subito tagli quanto l'Università».
Parametri sballati a parte, comunque siete stati valutati.
«Faccio presente che nelle poche classifiche pubbliche internazionali, siamo attorno al 500° posto tra gli Atenei di tutto il mondo».
Non avete criticità?
«Le abbiamo, anche importanti, così come le competenze per assicurare un futuro solido per i nostri ragazzi».
Qualcuno sostiene che la laurea non serva più.
«Non lo posso nemmeno sentire. Le lauree conquistate con mediocrità servono poco, questo sì. Non ci si deve iscrivere alla facoltà che assicura maggiori sbocchi professionali, bensì a quella che piace allo studente: solo così non avrà una preparazione mediocre e potrà quindi concorrere a un posto di lavoro».
Non avete nemmeno un corso inutile?
«Abbiamo qualche corso con discipline importanti quando è stato creato, ma che ora non lo sono più. Vorremmo attualizzarli».
I borsisti sono giocoforza tra gli studenti migliori, ma anche lì ci sono tagli.
«Vero, le borse di studio sono di meno, eppure quest'anno abbiamo, in controtendenza, l'8,6 per cento in più di iscrizioni. Siamo attraenti».
Ci sono poche grandi aziende, difficile trovare sponsor.
«Per gli sponsor è vero, ma per le collaborazioni no: ci sono i tirocini e i progetti studio-lavoro che consentono ai nostri ragazzi di misurarsi col mondo reale, quello del dopo laurea. Ne siamo orgogliosi. Qui le opportunità lavorative sono poche, ma posso assicurarlo: i nostri studenti che purtroppo emigrano sono molto apprezzati nel mondo del lavoro».
Non sempre il corpo docente è di altissimo livello.
«I docenti? Ne abbiamo di eccellenti e, come tutte le grandi realtà, anche qualcuno scarso, ma è un'esigua minoranza. Sono orgogliosa della preparazione media dei docenti dell'Ateneo, con picchi di eccellenza».
Avete diecimila fuori sede e problemi nelle Case dello studente e alle mense.
«Vorrei soprattutto qualche mensa in più, oltre che aumentare i servizi, ma presto inizieranno i lavori per il campus in viale La Playa. Vorrei le tessere-sconto per i fuori sede, e tenterò di ottenerle coinvolgendo il mondo del commercio. Vorrei che gli studenti in trasferta fossero agevolati anche per quanto riguarda i divertimenti, perché no?».
Si può fare.
«Certo, anche se le casse esauste dell'Ateneo non aiutano. Per quanto riguarda i trasporti, la situazione è già ottima».
Con i corsi on line, i fuori sede sarebbero meno fuori.
«Ne abbiamo quattro, più uno misto, e li aumenteremo. Abbiamo in mente uno smart campus, con una grande digitalizzazione della didattica e benessere: negli spazi esterni si studia meglio. Faremo di tutto per conquistare i fondi europei necessari per realizzarlo. Dobbiamo fare in modo di non aumentare le tasse universitarie, per garantire a tutti un'alta formazione».
Luigi Almiento