Rassegna Stampa

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Città metropolitana, Cossa: "Inaccettabile declassamento di Sestu"

Fonte: web cagliaripad.it
21 marzo 2016

 

"Per ragioni misteriose la Regione ha deciso di applicare i criteri della legge Del Rio, che fa riferimento all'ultimo censimento (2011), anziché la legge regionale sarda, che invece tiene conto dei dati delle più recenti rilevazioni Istat"


Ansa News


 

"Se il buon giorno si vede dal mattino, la Città metropolitana di Cagliari nasce sotto cattivi auspici". Lo denuncia il coordinatore regionale dei Riformatori Michele Cossa, stigmatizzando la collocazione del Comune di Sestu nella fascia dei Comuni sotto i ventimila abitanti, che comporta - sottolinea - "un minore 'peso' nella scelta dei componenti il Consiglio metropolitano che verrà eletto il prossimo 3 aprile".

"Per ragioni misteriose la Regione ha deciso di applicare i criteri della legge Del Rio, che fa riferimento all'ultimo censimento (2011), anziché la legge regionale sarda, che invece tiene conto dei dati delle più recenti rilevazioni Istat, e restituisce una fotografia reale del numero degli abitanti dei diversi Comuni", afferma Cossa.

In un quadro di generale spopolamento (soprattutto della città di Cagliari), Sestu è, assieme a Olbia, il Comune sardo che ha registrato uno dei migliori trend di sviluppo ed ha una popolazione tra le più giovani e dinamiche nell'Isola, registrando al 31 dicembre 2014 una popolazione di 20.542 abitanti. Risultavano invece 19.893 (!) al censimento del 2011. Insomma, un'assurdità. Se si è trattato di un errore o di una leggerezza, Pigliaru ed Erriu mettano subito riparo. Ma se invece è una scelta deliberata, allora non solo Sestu, ma anche tutti gli altri Comuni dell'area vasta devono incominciare a preoccuparsi. Non vorrei che dietro dietro tutto questo trionfalismo sulla città metropolitana - conclude l'esponente dei Riformatori - si nascondesse il disegno già visto nella Grande Cagliari nata col fascismo di indirizzare risorse e opportunità in base all'affinità politica degli amministratori o agli appetiti dei potentati politico-economici cagliaritani, condannando il resto del territorio a diventare periferie-dormitorio".