Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Nuovi alloggi di edilizia popolare»

Fonte: La Nuova Sardegna
30 marzo 2009

SABATO, 28 MARZO 2009

Pagina 1 - Cagliari

Piano casa. I Ds: «In città l’idea di Berlusconi non serve, le case sono grandi mentre molti non hanno un tetto» 



«Per l’occupazione, bisogna costruire il campus universitario, oggi bloccato»




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. In città vi sono circa settantamila abitazioni, il numero complessivo delle stanze è di oltre trecentomila, con una media di 4,4 per alloggio e due per abitante. Come dire che le case che già esistono sono sufficientemente grandi. Il problema, però, è che vi sono molte famiglie che l’abitazione non l’hanno. Ed è per questo che vanno costruiti nuovi alloggi. Questa in sintesi l’interrogazione firmata dai consiglieri comunali del Pd in rapporto al piano casa ipotizzato dal governo. Per quello che si sà del piano o, almeno, stando al documento arrivato alle Regioni (poi sconfessato) pare che si voglia ampliare le cubature delle abitazioni del 20 per cento, prescindendo dalle specifiche previsioni dei piani urbanistici comunali; abbattere vecchi edifici con possibilità di ricostruire incrementando del 30 per cento; e realizzare tali iniziative anche nei centri storici con le modalità del silenzio assenso da parte delle sovrintendenze.
A questa bozza, e al successivo incontro con le Regioni, sono seguite altre ipotesi senza che ancora sia chiaro quale sia il punto di approdo del governo. Ad ogni modo, si legge nella interrogazione, se il documento fosse questo «rappresenterebbe una violazione dei poteri delle amministrazioni locali». Inoltre riguarderebbe solo chi non ha il problema della casa, in quanto si rivolgerebbe esclusivamente ai proprietari delle abitazioni consentendo un aumento delle volumetrie edificabili in misura proporzionale alle dimensioni delle abitazioni stesse». In questa ipotesi, quindi, il piano «si tradurrebbe nell’ennesima misura del governo tesa a trasferire ricchezza verso i ceti più abbienti», come nell’abolizione «integrale dell’Ici, l’eliminazione del fiscal drag etc.».
Nello stesso tempo Cagliari negli ultimi dieci anni ha perso duemila unità di media all’anno e oggi ha 160mila abitanti. Inoltre, e nonostante le fuga dalla città delle giovani coppie, è in aumento il numero dei nuclei familiari (le nuove coppie che restano convivono spesso coi genitori). Un fatto che, secondo i Ds, dice che la città ha bisogno di nuovi alloggi e non di un ampliamento degli attuali. Con in più la considerazione che in città vi sono circa cinquemila abitazioni sfitte.
In base a tutte queste considerazioni, viene precisato dai Ds, la necessità: di attivare le risorse finanziarie necessarie per costruire case popolari e ristrutturare radicalmente gli edifici di edilizia pubblica; di evitare di perdere, come già avvenuto in passato, i finanziamenti nazionali e regionali già stanziati; di realizzare piani di zona; di attivare misure fiscali per incentivare gli affitti delle case vuote e contribuire a fare emergere il fenomeno delle locazioni in nero; e di favorire una politica di canoni convenzionati realmente accessibili.
Mentre per attivare l’occupazione nel settore delle costruzioni basterebbe, ad esempio (sostengono i Ds), «riprendere il confronto con l’Ersu per la realizzazione del Campus universitario», per il quale sono previsti 105 milioni di euro.