Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tuvixeddu, chiesti danni per 60 milioni

Fonte: L'Unione Sarda
27 marzo 2009

Dopo l'ultima sentenza del Tar emergono gli effetti collaterali dello stop ai cantieri

Contenziosi e inchieste penali bloccano la ripresa dei lavori

In corso la costruzione di due palazzi, bloccato il resto. Forse annullato l'appalto per il tunnel di Tuvumannu.
Finanziamenti persi, pezzi di strade che finiscono contro un muro, richieste di risarcimenti danni per circa 60 milioni di euro da parte delle imprese, autorizzazioni paesaggistiche scadute, inchieste penali e giudizi amministrativi in corso.
Gli effetti collaterali del blocco dell'Accordo di programma del 2000 che aveva dato il via libera ai progetti su Tuvixeddu e Tuvumannu si manifestano in tutta la loro violenza all'indomani del no del Tar al ricorso degli Amici della Terra che chiedevano l'annullamento del nulla osta paesaggistico rilasciato nel '99 che aveva autorizzato il via ai lavori per la realizzazione di 23 ettari parco e di 60 tra palazzi, ville e servizi in un'area di 48 ettari. Il lungo contenzioso, peraltro ancora in corso su alcuni aspetti, ha lasciato sui colli macerie difficilissime da rimuovere. E niente, probabilmente, sarà come prima.
Sono tre i fronti aperti, che coinvolgono i firmatari dell'Accordo di programma (Coimpresa, Comune, Regione, Elistrutture, Anna Maria Mulas, sorelle Sotgiu) e le imprese che stavano realizzando i lavori (Nuova iniziative Coimpresa, Eco Sabina, Gecopre): uno riguarda le costruzioni private, un altro la strada che collega via Cadello e via San Paolo, un altro ancora il parco urbano e archeologico.
LE COSTRUZIONI Da qualche settimana Nuova Iniziative Coimpresa ha ripreso la costruzione di due palazzine che si affacciano su via Is Maglias sulla base di concessioni edilizie già ottenute. Si tratta dei primi di una serie di interventi che prevedono l'edificazione, in un'area di 6 ettari, di 8 palazzi di cinque piani e 30 ville mono o bifamiliari, palestre, piscina, centro benessere, asilo, negozi, uffici e altri servizi. Più altri venti edifici, il grosso della parte edilizia, sul colle di Tuvumannu. Al momento il Comune non è in grado di rilasciare altre concessioni perché sono ancora pendenti due ricorsi al Tar della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici che chiede l'annullamento degli ultimi due nulla osta rilasciati a Coimpresa dalla divisione edilizia privata del Comune. L'orientamento dei giudici sarebbe favorevole al Comune, «ma fino a quando non si conclude la causa non rilasceremo alcunché», spiega Paolo Zoccheddu, capo dell'area Pianificazione del territorio dell'amministrazione comunale. Nel frattempo Coimpresa prepara a un giudizio civile per chiedere alla Regione un mega-risarcimento danni. «I legali stanno quantificando, si parla di decine di milioni», anticipa Giuseppe Cualbu, amministratore delegato della società. Nel 2007 si era parlato - e nessuno aveva smentito - di due milioni di euro al mese. Significherebbe, ad oggi, una cinquantina di milioni.
IL PARCO I lavori per realizzare il parco di 23 ettari (un appalto da 4 milioni di euro) sono iniziati nel 2004 e si sarebbero dovuti concludere a fine 2006. Al momento del blocco dei lavori era stato realizzato il 65% delle opere. I problemi che si frappongono alla riapertura del cantiere (l'appalto è stato assegnato alla Eco Sabina) sono tre. Il primo è un'inchiesta penale della procura che ha indagato lo stesso Zoccheddu, in qualità di responsabile del procedimento, e Giancarlo Manis, funzionario tecnico dell'ufficio, per abuso edilizio. Secondo i magistrati l'autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione nel 2001 è scaduta nel 2006, dunque non si potevano realizzare le fioriere (che peraltro sarebbero più grandi di quelle previste) all'interno del parco. A giudizio del Comune, che cita una norma del 2003, la scadenza quinquennale non sussiste nel momento in cui i lavori vengono avviati. Per uscire dall'impasse e completare il parco, pur ritenendo di aver ragione, il Municipio ha chiesto a Viale Trento il rinnovo dell'autorizzazione. Nel frattempo la Eco Sabina ha notificato al Comune una richiesta di risarcimento di un milione di euro per il blocco dei lavori più una cifra da quantificare per l'aumento dei costi di manodopera e materie prime.
LA STRADA Il problema più complicato riguarda la strada. All'interno del Progetto di riqualificazione urbana ed ambientale dei colli di Sant'Avendrace era previsto uno stanziamento di 42,5 milioni per il “passante Cadello-San Paolo”, pezzo fondamentale dell'Accordo di programma e arteria strategica nel Piano urbano della mobilità per snellire il traffico della città. Il primo tratto - Cadello Is Maglias - è stato appaltato alla Gecopre per 7,7 milioni. L'impresa ha avviato i lavori ed ha sventrato il colle di Tuvumannu realizzando un tunnel che corre a sette metri di profondità. «Abbiamo realizzato il 35% dei lavori, che sono fermi da due anni», certifica Alessandro Turno, manager della società. Ma l'amministrazione Soru nel 2005 ha detto no al terzo tratto (via Falzarego-via San Paolo), poi gli effetti del Ppr hanno reso impossibile realizzare il secondo, quello che da via Cadello doveva arrivare in via Falzarego passando attraverso il canyon di Tuvixeddu. E così Cagliari si trova ad avere una strada che finisce su un muro di roccia, inutile senza gli altri due. Tanto che il Comune pensa di annullare l'appalto. Accadrà se la Regione non rispolvererà il vecchio progetto e lo finanzierà. Nel frattempo Gecopre ha chiesto sei milioni di euro di danni. E il Comune, a sua volta, dovrà rivalersi sulla Regione.
FABIO MANCA

27/03/2009