Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il virtuosismo di Lonquich e la sapienza di Valcuba

Fonte: La Nuova Sardegna
23 marzo 2009

LUNEDÌ, 23 MARZO 2009

Pagina 20 - Cultura e Spettacoli

Comunale, un grande concerto dedicato a Chopin






GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. Interessante connubio artistico, quello di venerdì e sabato al Comunale, nel 16º appuntamento della Stagione del Lirico. Sul podio un giovane direttore slovacco, Juraj Valcuha, con già all’attivo numerose collaborazioni con importanti orchestre europee ed americane. Da anni la sua bacchetta si distingue per comunicativa, per avvincenti riletture che fanno spesso presa su pubblico e buona parte della critica. Insieme a lui, sul palco del Comunale, una figura fra le più originali del panorama pianistico internazionale, Alexander Lonquich, rinomato fra l’altro per un costante lavoro di ricerca e approfondimento in ambito sia classico che contemporaneo.
A entrambi il compito di eseguire una “pagina-simbolo” del Romanticismo musicale: il Concerto n.1 in mi minore per pianoforte e orchestra op.11 di Fryderyck Chopin. Il risultato è stato piuttosto buono. Lo slancio, la capacità di coinvolgimento nella direzione di Valcuha si coniuga bene con l’approccio di Lonquich, rispettoso e lucido, ma non meno aperto nel suo limpido virtuosismo all’esigenza d’una prospettiva personale, da cui emerge uno Chopin estremamente sentito e quasi “privato”. Nel Concerto n.1 troviamo, in germe, tutte le tensioni introspettive che il giovane compositore esplorerà più tardi in strutture musicali decisamente più brevi (Notturni, Ballate, ecc.).
Qui si avverte come l’orchestrazione non sia stata il punto forte di Chopin, rintracciabile invece nella parte solistica, sicuramente più elaborata e accattivante; rimangono geniali però i tentativi d’innestare, all’interno di schemi oramai canonici, alcune varianti abbastanza eterodosse.
La partitura, comunque, viene resa da Valcuha con enfasi intima e controllata, offrendo a Lonquich una base di velluto su cui ricamare egregiamente ogni frase, ogni profilo melodico. Un bis chopiniano per l’applaudito pianista, che esegue il «Preludio in do diesis minore» con un suono morbido, lucente e di notevole charme.
In programma erano anche l’ouverture dell’«Oberon» di Carl Maria von Weber e la «Sinfonia n.1 in sol minore» op.13 di Pëtr Il’ic Ciajkovskij. Quest’ultima, in particolare, molto gradevole per tavolozza di colori, sottolineature timbriche che Valcuha ottiene da tutte le famiglie strumentali. Fin da ragazzo Ciajkovskij fu abile e sapiente orchestratore rispetto a Chopin, del quale tuttavia non ebbe mai la stessa profondità e raffinatezza in ambito pianistico. L’interpretazione che Valcuha dà di questo primo lavoro sinfonico ciajkovskijano è indubbiamente di grande nitore, consapevolezza di fraseggio, assai ordinato e preciso per accenti ritmici. Degno di nota è soprattutto lo «Scherzo» giocoso del 3º tempo, il primo ad essere stato scritto dall’autore, che lo realizzò originariamente in una sonata per pianoforte come esercitazione scolastica. Valcuha ne fa una pagina di enorme fascino, squisitamente cangiante e ricca di chiaroscuri.