Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Gli anziani soli non mangiano: troppi casi, nuovo allarme sociale

Fonte: La Nuova Sardegna
16 maggio 2008

Cagliari

Confronto tra medici, Regione e Aziende sanitarie

Gli anziani soli non mangiano: troppi casi, nuovo allarme sociale



Nutrizione artificiale a domicilio è il progetto proposto all’assessorato


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CAGLIARI. “Le problematiche nutrizionali nell’invecchiamento”: questo il titolo della doppia giornata di studio organizzata dalla Sinpe, Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo. L’iniziativa si è rivelata un utile momento di incontro tra medici, dietisti, farmacisti, infermieri e istituzioni pubbliche, a cominciare da Asl e Regione. ‹‹Uno degli obiettivi principali - ha detto il presidente Sinpe Maurizio Muscaritoli - è la promozione di tutte quelle conoscenze legate ai problemi vissuti dalle persone anziane in merito all’alimentazione. Partiamo da un punto fermo: la maggior parte dei pazienti ultrasessantacinquenni è malnutrita, e questo aspetto determina due conseguenze principali. La prima: c’è un peggioramento della prognosi. La seconda: i costi sanitari lievitano drasticamente››. Quale la soluzione proposta dalla Sinpe e dagli altri operatori specializzati intervenuti al convegno? ‹‹Per prima cosa - ha aggiunto Muscaritoli - occorre verificare la disponibilità delle istituzioni, in primis la Regione, nell’avviare un percorso di adeguamento normativo così come, in quest’ambito, accade nella maggior parte delle regioni italiane, con l’obiettivo di indicare un percorso preciso per l’attuazione della Nutrizione artificiale domiciliare. Questo significherebbe garantire a tutti i pazienti l’accessibilità alle cure, assicurate da personale specializzato. Senza l’adeguamento normativo, al contrario, i degenti non sanno a chi rivolgersi - ha sottolineato il presidente Sinpe - e nonostante nel territorio vi sia un know-how di tutto rispetto, questo tipo di trattamento non è somministrato perché manca l’organizzazione››. Nello specifico, in Sardegna la Nad è presente a macchia di leopardo, e solo nei centri che hanno deciso, in tutta autonomia, di puntare su questo servizio. ‹‹Eppure il momento per “istituzionalizzare” questo trattamento è propizio - ha ricordato il medico cagliaritano Paolo Castaldi - visto che ci troviamo nel bel mezzo della riorganizzazione del settore sanitario regionale. Nel caso in cui la Regione decidesse di normare la Nad, le Asl sarebbero per così dire “obbligate” a fornire questo servizio, che peraltro non è oneroso, visto che le professionalità sono già in organico». (ps)