Dal banco al cestino: «Siamo costretti a gettare via frutta e verdura». Al mercato di via Quirra, su quattro celle frigo una sola è in funzione, quella del pesce. Chili su chili di ortofrutta finiscono tra i rifiuti, non potendo essere conservati: la durata media della merce si riduce, così, a un giorno. «Due celle non funzionano da cinque mesi», lamenta Giorgio Pili, presidente del Comitato del mercato. «La terza si è guastata un mese fa. Ovviamente noi vendiamo ai clienti prodotti freschi, non rifiliamo di certo ortofrutta andata a male. E dunque non c'è alternativa al cestino». Si cerca di rimediare acquistando meno merce: «Ma alla fine, se il quantitativo è minore, siamo costretti a pagarlo di più. Risultato? Siamo comunque in perdita», continua Pili. Il servizio frigo viene a costare agli operatori 35 euro al mese, a testa: «Ovviamente non li pagheremo». Antonello Carta è furioso: «Non ci hanno dato nessuna risposta dal Comune, con questo caldo la verdura si deteriora più facilmente, è chiaro». Nell'elenco della merce a brevissima conservazione ci sono sedano, lattuga, insalata iceberg, basilico, uva, pesche. «Siamo penalizzati», dice Francesca Saias, «sosteniamo già una spesa di 500 euro al mese e dovremmo avere tutti i servizi. Invece siamo in perdita. Ogni giorno acquistiamo al mercato, è tutto fresco ma abbiamo anche l'esigenza di utilizzare le celle». Paola Cabras pensa al peggio: «Se si dovesse guastare anche il frigo del pesce? Non oso immaginare quale caos si scatenerebbe».
Mariangela Lampis