Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Blitz notturno tra i rom

Fonte: L'Unione Sarda
11 settembre 2015

STATALE 554. I carabinieri hanno passato al setaccio il campo nomadi

 

 

Giornalista aggredito, un minore tra i sospettati 

 

 

 


Il primo blitz, un'ora dopo il pestaggio del giornalista Antonello Lai e del suo operatore di ripresa Matteo Campulla, era servito a poco: nel campo nomadi abusivo con vista sulla statale 554 c'erano solo quattro donne e cinque bambini. Così i carabinieri sono tornati di notte, verso l'una. Nelle dodici baracche sorte in questi ultimi anni a due passi dalla Motorizzazione civile sono state identificate venti persone. Tra loro anche uno dei possibili aggressori: un minorenne, presente (è stato riconosciuto grazie alle immagini riprese dalle telecamere di Tcs prima delle botte) mercoledì mattina durante il vile pestaggio del cronista e dell'operatore tv. Si sta valutando se ci siano gli elementi per denunciarlo, nel frattempo continua la caccia ai complici.
IL SEQUESTRO I carabinieri della Compagnia, comandati dal capitano Eugenio Fatone, sono arrivati di notte nella speranza di trovare il campo nomadi affollato con tutti i suoi “residenti”. Hanno identificato le persone presenti e controllato i loro mezzi: due furgoni, utilizzati dalle famiglie per raccogliere materiale ferroso da rivendere alle ditte specializzate, sono stati sequestrati perché non coperti da assicurazione. C'è stato qualche momento di tensione, ma il blitz è terminato dopo quasi due ore senza particolari problemi.
CACCIA AGLI AGGRESSORI Le indagini dei militari sul pestaggio di Antonello Lai e dell'operatore Matteo Campulla vanno avanti. I carabinieri hanno sequestrato le immagini riprese dalla telecamera dell'operatore prima dell'aggressione. Nel video si notano alcuni uomini (due sembrano particolarmente giovani) e una donna. Si sentono urla. Poi il buio. «Siamo andati lì per aiutarli. Volevamo documentare le condizioni di vita e chiedere se avessero bisogno di qualcosa. Non abbiamo fatto in tempo praticamente a parlare. Quando hanno cercato di recuperare la telecamera, usando violenza sul mio operatore, ho cercato di riportare la calma e sono stato colpito da una serie incredibile di pugni», ha raccontato Lai ai carabinieri. Campulla ha aggiunto: «Non vogliamo che questo fatto di cronaca sia strumentalizzato in nessuna maniera. Forse mi hanno fatto più male i commenti intolleranti. Posso dire una cosa: torneremo nel campo nomadi, magari con un po' di preavviso e comunque non da soli. Ma in pace, come abbiamo fatto mercoledì».
DISCARICA E FERRO Il giorno dopo il “fattaccio”, e a blitz dei carabinieri avvenuto, nel campo nomadi ieri mattina si era al lavoro. Una “mano” meccanica di un grosso camion ha raccolto chili e chili di ferro e rame lavorati dai nomadi dell'accampamento. Dagli accertamenti svolti dalle forze dell'ordine in questo periodo, le famiglie rom che vivono sulla collinetta tra Motorizzazione civile, Statale 554 e Centro di assistenza multicanale dell'Agenzia dell'entrate campano grazie alla raccolta di materiale ferroso in città e nella provincia. Con i loro furgoni battono tutte le strade alla ricerca di ferro e rame da portare nel campo, per poi lavorarlo con i roghi che stanno riprendendo con frequenza nella zona. I nomadi contattano poi le aziende specializzate alle quali vendono tutto il materiale. Gli “scarti” delle lavorazioni sono sotto gli occhi di chiunque passi nei parcheggi della Motorizzazione: la parete della collinetta è diventata una gigantesca discarica, con rifiuti di ogni genere. E nel campo, tra carcasse d'auto distrutte dalle fiamme e spazzatura, diversi bambini giocano rincorrendo galline, capre e cagnolini.
Matteo Vercelli

L'accampamento Una collinetta
diventata
un'immensa
discarica

«I primi nomadi si sono sistemati in questa collinetta quasi due anni fa. Il campo è cresciuto con il passare dei mesi. In questi giorni è sorta dal nulla un'altra baracca». Chi vive e lavora nella zona della motorizzazione civile, sulla statale 554, da tempo ha segnalato la presenza dell'accampamento, ormai non più nuovo, alle forze dell'ordine e al Comune. Non solo perché l'area è diventata presto un'immensa discarica. Anche per i roghi, soprattutto notturni, per la lavorazione del ferro e del rame.
I terreni sono di privati. Ma dall'amministrazione comunale fanno sapere che non c'è alcuna autorizzazione per un campo nomadi. La situazione è già stata segnalata alla Procura dopo le verifiche effettuate dagli agenti della Polizia municipale. Anche Carabinieri e Polizia hanno visitato, per servizi di ordine pubblico, l'accampamento.
«Ci sono molte sterpaglie e temiamo possa scoppiare un incendio», raccontano due impiegati di un'azienda a poche centinaia di metri dal campo nomadi. «Il fumo alcune sere è insopportabile», aggiunge un dipendente di un'altra ditta. Parlano ma non vogliono vedere il loro nome sul giornale: «Abbiamo paura». Anche agli abitanti del quartiere di Mulinu Becciu il campo nomadi abusivo ha già creato dei problemi. «I roghi per bruciare ferro e altri materiali stanno aumentando», spiegano i componenti del comitato spontaneo “no diossina”. «Siamo costretti a tenere le finestre di casa chiuse. E abbiamo paura per la nostra salute. Di quanto sta accadendo sulla statale 554 abbiamo già informato il sindaco». (m. v.)