Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'acquedotto romano non ha più segreti

Fonte: L'Unione Sarda
10 marzo 2009

Il gruppo speleologico Spano ha scoperto altri mille metri della condotta di 1800 anni fa



Un acquedotto per fare un viaggio a ritroso nel tempo, scoprire le tecniche antiche di costruzione per la distribuzione e riportare in vita pezzi di storia che rischiavano l'oblio.
I ragazzi del gruppo speleologico Giovanni Spano non hanno paura di camminare a carponi, sporcarsi di fango ed esplorare cavità. Una passione che ha portato alla scoperta di tanti pezzi di città. Come, appunto, un tratto dell'acquedotto romano che da via De Magistris porta in via Portoscalas, che riforniva quelle che un tempo erano le zone residenziali di Cagliari: Marina e Stampace. «Un ritrovamento effettuato durante i lavori di costruzione di un palazzo in viale Trento», spiegano Paolo Labbieni, Marco Mattana e Lara Sarritzu. Oltre mille metri di gallerie delle quali si erano perse le tracce. «L'ultimo indizio di quell'opera realizzata nel II secolo dopo Cristo risale a uno studio realizzato nel '700 dall'ingegnere Gemiliano Deidda». La ricerca era stata commissionata dall'amministrazione comunale che intendeva recuperare il vecchio sistema di distribuzione idrica. «La tecnica utilizzata 1800 anni fa era efficace: basti pensare che l'acquedotto che serviva il capoluogo era a Villamassargia. Con pendenze precise, del 2 per mille, riusciva a far arrivare l'acqua in città. Oltre 50 chilometri di condotta, a otto metri sotto il livello stradale, sempre in discesa. Con sistemi ingegnosi di tecnica idraulica: 18 secoli fa non c'erano pompe per sollevare l'acqua, venivano usate ruote. Di particolare rilievo i pozzetti per l'aerazione e la manutenzione del condotto». Un dettaglio visibile nell'atrio del rinnovato Teatro Massimo.
Nel caso dell'acquedotto romano c'è da evidenziare la stretta collaborazione tra l'impresa costruttrice del palazzo e la Sovrintendenza. «L'azienda è stata sensibile modificando il progetto originario. Qualcuno, in altre occasioni, per ignoranza o per evitare blocchi dei lavori, ha preferito continuare con le gettate di cemento».
Cagliari è una città da scoprire, anche sottoterra. «Noi ci mettiamo tanta passione - concludono i tre responsabili del gruppo speleo - il capoluogo ha siti da valorizzare anche per finalità turistiche».
Di questo e altro si parlerà a fine aprile in un convegno internazionale in programma a Urzulei. (a. a.)

10/03/2009