Rassegna Stampa

Il Sardegna

All'assalto dell'affitto concordato seicento famiglie aspettano casa

Fonte: Il Sardegna
9 marzo 2009

Allarme alloggi. Le richieste sono da record ma gli appartamenti a canone sociale sono soltanto cinquantasei

Sugli spazi assegnati la denuncia del Sunia: costi eccessivi per edifici finanziati dallo Stato

Alessandra Loche alessandra.loche@epolis.sm ¦

Oltre seicento richieste presentate per avere un appartamento a canone concordato e solo 56 alloggi presenti in città. Di questi, 36 sono ancora senza inquilini: le 16 di via Malfidano, finite e ancora da consegnare, e le ultime 20 di via Corsica dove ci sono ancora “lavori in corso”. Non stanno però meglio le venti famiglie che abitano negli appartamenti di via della Pineta. La “vittoria” di stare nei primi posti della graduatoria definitiva - l'elenco è stato stilato nel novembre del 2007 - sembra sia diventato un boomerang per gli inquilini.
UN AFFITTO ECCESSIVO per case che, invece, dovrebbero essere a canone concordato. Il presidente provinciale del sindacato degli inquilini Sunia, Eugenio Inconi, su questo punto non ha alcun dubbio. Così come si dice certo che per molte famiglie l'assegnazione di uno di questi appartamenti abbia creato un problema anzichè essere un beneficio: «Chi viveva in una casa di proprietà di privati riceveva un aiuto economico dal Comune. Entrando invece in questo tipo di casa, nonostante il canone sia praticamente identico, perde questo sostegno. Di fatto, si trova a pagare di più». Una spesa che varia per ogni singola famiglia, perché nel conteggio rientra non solo il reddito ma diverse altre varianti. Un esempio su tutti «per un'abitazione di 70 metri quadrati, compresi i balconi, si possono spendere anche 530 euro mensili. Troppi se si considera che fanno parte del bando “20mila alloggi in affitto” promosso proprio per rispondere all'eccessivo aumento dei prezzi degli affitti dando un aiuto alle famiglie bisognose ». Inoltre, «si parla di palazzi costruiti, almeno in parte, con fondi pubblici, e per cui ci sono degli sgravi fiscali per i proprietari privati». Una contraddizione per Inconi che comporta una spesa maggiore anzichè un aiuto per le famiglie in situazioni più disagiate. Un altro aspetto che non piace al sindacato è che «il contratto è per quattro anni. Solo che se cambiano i requisiti di un nucleo familiare non si può rinnovare. Quindi si rischia che se un figlio diventa maggiorenne e si sposa, i genitori non abbiano più diritto alla casa».