Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Dal 3 al 6 settembre a Cagliari uno dei festival più originali dell’Isola Tra letteratura e vite v

Fonte: La Nuova Sardegna
27 maggio 2015

di Walter Porcedda

 

CAGLIARI La nave dei “folli” guidata dai Chourmo salperà anche stavolta per la tredicesima edizione del festival “controvento” e animato da spirito libertario del Marina Cafè Noir, rassegna letteraria ante litteram, addirittura la prima (anche se in tanti fanno finta di non saperlo) di una pletora di manifestazioni che hanno poi popolato l’Isola in ogni contrada e villaggio. Eppure poco incline alle mode e, soprattutto, non foraggiata da quegli editori che spargono come il sale best sellers e autori secondo una tecnica collaudata da star system che tutto omologa e riduce a livello di fast food culturale. E, anche poco “foraggiata”, ahimè, dalle istituzioni che ormai progressivamente stanno chiudendo i rubinetti delle risorse con la scusa della crisi. Su quelle ormai ridotte quasi al lumicino i Chourmo fanno affidamento comunque per portare avanti il viaggio e condurre in porto anche questo anno, dal 3 al 6 settembre, il proprio vascello, carico come sempre di reading e di concerti, dibattiti scomodi e politicamente scorretti, e tanti ospiti. Come sempre indicativi e provenienti da mondi letterari e artistici di spiccato rilievo sociale e politico. Vedi ad esempio Zerocalcare, alias Michele Rech, fumettista di ultima generazione, autore di album di impatto come “La profezia dell’Armadillo”, o “Un polpo alla gola” (a gennaio ha pubblicato delle tavole su “Internazionale” dedicate allo scontro tra curdi e Isis, “Kobane calling”, e giorni fa su “Repubblica” sono uscite sei pagine a fumetti, “Le Città del decoro”). O ancora scrittori come Giancarlo De Cataldo, il francese Renè Fregni fortemente ispirato da Jean Claude Izzo, al quale Marina Cafè Noir dedicherà un omaggio speciale, Silvano Agosti, Caryl Ferey, Andrea Staid. Blogger come Wolf Bukowsky autore di un libro scomodo come “La danza delle mozzarelle” che mette alla berlina il mondo patinato di Eataly e non lesina critiche anche allo Slow food di casa nostra, come al recente Expò di Milano. Altri autori ed incontri sono previsti (da Marco Philopat allo svedese Gellert Tamas autore di “Uomo laser”) nella tre giorni allestita dai Chourmo, tra il Giardino delle Mura del Bastione e il Terrapieno, Castello e naturalmente il quartiere dove tutto è nato: la Marina. Oltre all’omaggio a Izzo sono in cantiere quelli dedicati a Sergio Atzeni per il ventennale della scomparsa, Luigi Pintor, Pier Paolo Pasolini e Antonio Gramsci. L’opera di quest’ultimo è al centro del concerto reading “L’Isola di Antonio: Gramsci, la Sardegna e la memoria” questo venerdì al Piccolo Auditorium, anteprima del festival con Giacomo Casti e i musicisti Frantziscu Medda Arrogalla e Massimo Loriga. Ma tra gli eventi ci sarà anche una “Radiosbarra” esperimento di storie narrate da detenuti e portata avanti da tre anni nel carcere di Buoncammino che saranno riprese e ascoltate via web con il coordinamento di Serge Quadruppani. Tutto sotto il nome della “Libertà” fil rouge di questa edizione, tema che i Chourmo riprendono da “Se ti tagliassero a pezzetti” di De Andrè dove, l’autore – dicono quelli di Mcn – “paragona la donna amata alla libertà e alla fantasia, ingrediente imprescindibile di ogni buon libro e ogni possibile storia di ogni vita degna di essere vissuta”. Insomma, quella celebre “nave dei folli” non sembra poi una citazione così fuori luogo. Tutt’altro. La “Stulfitera Navis” o “Das Narrenshiff”, immaginifico romanzo satirico scritto nel 1494 a Basilea da Sebastian Brandt illustrato da Durer (e suggerì un dipinto anche a Bosch) studiato da Michel Focault è simbolo di modernità e del navigare in acque agitate come quelle dei nostri tempi. Proprio analizzando il saggio di Foucalt sulla follia del 1961, lo studioso Gianfranco Bertagni osserva come il folle sia associato spesso alla figura del mago o del sapiente. E il primo canto del poema di Sebastian Brandt è guarda caso consacrato ai libri ed ai sapienti, e nell’incisione di copertina della prima edizione “troneggia al centro della cattedra di libri il Maestro che porta dietro il suo berretto di dottore il cappuccio dei pazzi tutto cucito di sonagli”. Saggezza e satira come spirito di libertà.