Lanciata la campagna di prevenzione per non lasciare soli sindaci e assessori dei comuni a presenza di criminalità.
 

Campagna di prevenzione, quella lanciata oggi dall'Associazione nazionale comuni italiani (Anci): "100 comuni contro le mafie". Perché sono un centinaio (per l'esattezza 98) i Comuni nel centro e nord Italia in cui maggiore è la presenza della criminalità organizzata. E quindi più a rischio di altri. Per questo l'Anci non vuole lasciare soli sindaci e assessori di questi comuni, ma aiutarli a fronteggiare la situazione. In Lombardia sono 49, in Piemonte 25, Liguria 12, Toscana 3, Lazio Umbria e Veneto 2, Emilia Romagna e Abruzzo 2. Comuni a rischio sulla base di tre criteri: i loro territori vengono citati nelle relazioni dei Ros, della Dia, della Commissione Antimafia, hanno immobili confiscati oppure i consigli comunali sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose.

L'Anci registra anche un aumento delle intimidazioni agli amministratori locali su tutto il territorio nazionale: 1265 tra il 2013 e i primi quattro mesi del 2014. Quasi tre al giorno. "In questi anni i sindaci più esposti hanno vissuto una grande solitudine -ha affermato Piero Fassino, presidente Anci e sindaco di Torino, durante la presentazione della Campagna a Milano-. La legge anticorruzione approvata ieri è un passo importante. Abbiamo bisogno di strumenti legislativi per contrastare l'illegalità. Dobbiamo individuare quali sono ancora i punti deboli delle procedure degli appalti che la mafia utilizza per infiltrarsi". La Campagna prevede la creazione di una rete tra i 98 comuni, lo scambio di informazioni e di buone prassi. Secondo il rapporto "I comuni e la legalità", presentato sempre oggi insieme alla Campagna, tra il 1991 e il 2014 sono stati 243 i casi di scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose, per un numero complessivo di 194 municipi. Vi sono stati in particolare 37 casi di doppio e 6 di triplo scioglimento. (dp)